Cisl Lombardia in prima linea per lo sviluppo sostenibile

Milano, 9.5.2019

Impegnarsi per lo sviluppo sostenibile? Implica un cambio di paradigma culturale, oltre che un impegno concreto su tutti i fronti. Ma è un passaggio imprescindibile e doveroso, se non si vuole compromettere il futuro delle nuove generazioni. La Cisl Lombardia farà la sua parte, anche partecipando con le altre parti sociali alla cabina di regia sulla strategia regionale per lo Sviluppo sostenibile. “L’attuazione dei diciassette obiettivi dell’agenda 2030 richiede una governance complessa, che non può prescindere dal coinvolgimento delle parti sociali. Non si può cambiare modello di sviluppo per decreto. Occorre un approccio inclusivo e partecipativo se si vogliono produrre esiti positivi per tutta la società”, ha sottolineato l’assessore regionale all’ambiente, Raffale Cattaneo, intervenendo ieri pomeriggio all’incontro “Obiettivi dell’Agenda 2030 e sviluppo sostenibile” organizzato dalla Cisl Lombardia in vista della terza edizione del Festival italiano dello Sviluppo Sostenibile organizzato da AsviS, l’Alleanza per lo sviluppo sostenibile di cui la Cisl è componente.

Gli obiettivi dell’agenda 2030 intercettando temi e questioni che il sindacato ha già ben presente. “Ridurre le diseguaglianze, favorire la parità di genere e il lavoro dignitoso sono fronti che ci impegnano da sempre – ha ricordato Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia -. Gli obiettivi individuati per promuovere lo sviluppo sostenibile sono orientamenti utili e stimolanti per la nostra azione”.

Aperta dal saluto del segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci, che ha sottolineato l’importanza di approfondire e confrontarsi sulla tematica, l’iniziativa ha visto la partecipazione di Enrico Giovannini, già presidente dell’Istat e ministro del Lavoro nel governo Letta, oggi portavoce di AsviS, don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, Angelo Colombini, segretario confederale Cisl. “La trasformazione verso l’economia circolare è un’opportunità incredibile per cambiare i sistemi di produzione, affinché siano molto meno impattanti sull’ambiente, ma anche un’occasione per migliorare la competitività riducendo altri costi, anziché il costo del lavoro – ha sottolineato Enrico Giovannini -. Il sindacato deve essere in grado di accompagnare la trasformazione, perché si tratta di contrattare obiettivi diversi per l’impresa e anche una rendicontazione non finanziaria che mostri quello che l’impresa fa in termini sociali”. “E’ un cambio di paradigma – aggiunge -. Alcune imprese già si muovo in questa direzione, altre sono indietro. Il sindacato può giocare un ruolo molto importante per accelerare questo processo”.

Strategico, per la realizzazione di un equilibrio sistemico e l’ecologia integrale di Papa Francesco, può essere il ruolo del sindacato, anche attraverso la formazione. “Se la sostenibilità è comprensibile solo in termini di relazione, ovvero salvaguardare la relazione tra l’uomo e l’ambiente, tra gli uomini, tra l’Uomo e Dio, allora significa che per tenere insieme sia l’aspetto relazionale che quello temporale, intergenerazionale, è fondamentale un lavoro di formazione e educazione – ha detto don Bruno Bignami -. Qualsiasi esperienza, tanto più quella sindacale, deve fare i conti con quest’urgenza, creando un senso di appartenenza comunitaria”.

A conclusione dell’incontro è intervenuto Angelo Colombini, segretario confederale Cisl, che ha sottolineato l’importanza di accompagnare i lavoratori di fronte ai processi di riconversione e riqualificazione: “Il sindacato deve guardare alle future generazioni e adottare un’ottica complessiva. Non abbiamo solo il compito di contrattare salario e welfare, ma di occuparci della dimensione complessiva, che tiene conto della persona nel suo insieme, guardando all’obiettivo del bene comune”.

 

 

 

[smartslider3 slider=44]