Combattere le discriminazioni? E’ anche questione di linguaggio

Iniziativa dei coordinamenti Donne Cisl Lombardia e Fnp Cisl Lombardia

Milano, 29.6.2021

Le parole hanno un peso. Possono essere carezze, ma anche proiettili. Possono valorizzare, ma anche discriminare. Avere una maggiore consapevolezza del loro significato, spesso plurivalente, e quindi utilizzarle con cognizione di causa è fondamentale per la costruzione di una società rispettosa delle differenze, a partire da quelle di genere. Se n’è discusso questa mattina nel corso del webinar sul linguaggio “Facciamoci caso”, organizzato dai coordinamenti Donne Cisl Lombardia e Fnp Cisl Lombardia. “E’ il primo momento di un percorso che vogliamo proseguire dopo l’estate, anche attraverso dei laboratori territoriali – spiega Angela Alberti, responsabile del Coordinamento Donne Cisl Lombardia -. La comunicazione è una vera e propria azione, lo strumento attraverso il quale rappresentiamo la realtà e per questo riflettere sul nostro uso delle parole vuole essere un primo momento per cogliere alcuni significati nelle azioni che si compiono quotidianamente”.

“E’ importante prestare attenzione all’uso buono delle parole – aggiunge Liliana Chemotti, responsabile Coordinamento Donne Fnp Cisl Lombardia -. Non è irrilevante comprendere che spesso il linguaggio contiene una sottile discriminazione, che a volte può anche arrivare a condizionare le scelte di vita delle persone”.

Grazie ai contributi di Stefano Tomelleri, ordinario di Innovazione e ricerca sociale dell’Università di Bergamo, e Manuela Manera, linguista e ricercatrice in gender studies, nel corso del webinar si sono approfondite le caratteristiche del linguaggio nel contesto socio economico attuale e le discriminazioni latenti o esplicite nell’utilizzo di alcuni termini piuttosto che altri.

“Il capitalismo liberale occidentale ha affermato un linguaggio standard che non tiene conto delle differenze e imprigiona l’unicità delle persone – ha sottolineato Tommelleri – Allora il grande contributo delle teorie femministe è stato mostrarci che è possibile un altro modo di osservare il mondo e che ogni persona è portatrice un punto di vista particolare. La standardizzazione dei modelli economici ci impone neutralità, la ma le organizzazioni non lo sono”.

Manuela Manera ha sottolineato come le discriminazioni del linguaggio avvengano spesso in modo subdolo e indiretto. “E’ il caso della discriminazione linguistica in ottica di genere – ha spiegato – che va a intaccare l’autostima di un gruppo sociale, presentando come più forte un genere piuttosto che l’altro. Scegliere in modo corretto le parole, allora, permette di creare circoli virtuosi”.


RIGUARDA GLI INTERVENTI DEI RELATORI

MANUELA MANERA

STEFANO TOMELLERI