Eni, Femca Lombardia: pesanti ricadute se modifica piano industriale

Milano, 16.12.2015
 
“L’uscita di Eni dalla Saipem, da Versalis e la costituzione di una società che si occupi di vendita di gas da collocarsi sul mercato, rischia di avere pesanti ricadute industriali e occupazionali in Lombardia. Occorre che il piano industriale, su cui Eni a suo tempo si era impegnata e che ha nella nuova struttura di ricerca il suo cuore innovativo e strategico, non sia messo in discussione e venga portato a termine ed implementato”. Così Paolo Ronchi, segretario generale della Femca Cisl Lombardia, alla vigilia della giornata di sciopero di gruppo e manifestazione nazionale davanti alla sede della multinazionale a San Donato Milanese. “Nei giorni scorsi con Cgil e Uil abbiamo inviato una richiesta d’incontro agli assessori regionali al Lavoro e allo Sviluppo Economico – aggiunge Ronchi – perché è assolutamente necessario l’impegno delle istituzioni lombarde, con le quali in questi anni ci siamo cimentati con importanti accordi sia di sviluppo e riconversione, come di risanamento ambientale, di condividere le nostre preoccupazioni e chiedere all’Eni di cambiare le sue decisioni”.
In Lombardia il gruppo Eni, attraverso le sue società, rappresenta una parte significativa dell’occupazione e della produzione di reddito. Il nuovo modello organizzativo, che concentra lo sviluppo strategico della multinazionale prevalentemente su esplorazione ed estrazione di gas e petrolio, abbandonando peraltro la “chimica verde”, rischia di espandere questa società in misura maggiore fuori dall’Italia. L’azienda è presente in Lombardia con circa 12.500 addetti, con siti produttivi di particolare eccellenza come il Centro Ricerche nello stabilimento di Versalis a Mantova e la centrale Enipower che raggiungono circa 1000 addetti; la raffineria di Sannazzaro de Burgondi, in provincia di Pavia, che unitamente alla centrale Enipower raggiungono oltre 1000 dipendenti. La sede direzionale di Eni, a San Donato Milanese, occupa 10.500 addetti, di cui solo 2.000 si occupano delle attività su cui Eni vuole concentrare il proprio business.