Politiche attive, nasce la rete Patto lavoro Lombardia

Milano, 13.6.2016
 
Nasce PLL, la rete Patto Lavoro Lombardia, la prima associazione lombarda che riunisce i principali centri privati accreditati per il lavoro: Capac, Cesvip Lombardia, Enaip Lombardia, Energheia, Fondazione Clerici, Galdus, Mestieri Lombardia. Con loro anche Ial Lombardia, l’ente di formazione della Cisl regionale attivo dal 1995. Nove centri formativi operativi in modo capillare in tutta la Lombardia, che solo nell’annata 2014-2015 hanno accolto ben 14.701 persone, tra  Dote unica e Garanzia giovani, e ne hanno inserite al lavoro 9.745, con una percentuale di successo pari al 66%. La rete, lanciata oggi a Milano nel corso del convegno “Politiche attive per il lavoro: dopo al riforma, quale futuro in Lombardia e in Italia?”, nasce per valorizzare e promuovere il consolidamento e la crescita dei servizi di intermediazione, di accompagnamento e di inserimento lavorativo, favorendo la diffusione delle buone prassi. “Il convegno ha sancito una positiva convergenza di opinioni in merito alla percorribilità e l’urgenza di incardinare il modello di politiche attive da un lato sulla valorizzazione delle esperienze realizzate in questi anni in Lombardia e dall’altro sulla centralità della persona in cerca di lavoro e sulla sua libertà di scelta di un percorso personalizzato e consapevole – afferma Matteo Berlanda, presidente e amministratore delegato di Ial Lombardia -. Da oggi Regione Lombardia può contare e potrà confrontarsi con un soggetto nuovo di rappresentanza che vuole operare in questa direzione, e l’Anpal e il governo possono contare su una Regione Lombardia attenta ad integrarsi al meglio nel sistema nazionale. Ora serve realizzare al più presto l’infrastruttura che renda concreta questa collaborazione”. Al convegno è intervenuta anche l’assessore regionale al lavoro, Valentina Aprea.  “Per superare la crisi dell’occupazione – ha sottolineato Aprea – e raggiungere gli obiettivi sfidanti di Europa 2020, il nostro Paese deve dotarsi di un sistema integrato di politiche attive, che include politiche per l’inserimento lavorativo ma anche politiche formative, sociali e fiscali”. “Un sistema articolato di interventi – ha ribadito l’assessore regionale – la cui efficacia si misura in funzione delle opportunità concrete per le persone di inserimento nel mercato del lavoro lungo l’arco della vita attiva”. Opportunità concrete che in Lombardia, grazie alla sperimentazione di un modello di politiche attive costruito negli ultimi anni per contrastare la crisi, sono diventate una realtà per migliaia di lavoratori espulsi dal mercato del lavoro o in cerca di un primo inserimento. “Un modello che in Lombardia è stato costruito insieme, grazie alla sinergia tra parti sociali e istituzioni – ha ricordato Gigi Petteni, segretario nazionale Cisl -. Siamo finalmente alla fase di start-up delle politiche attive, ormai prossimi alla costituzione dell’Anpal, l’agenzia che dovrà coordinare un sistema che si trova al palo”. “E’ bene che i centri privati accreditati nei territori facciano sistema tra loro, cercando anche di anticipare, di disegnare, nuovi modelli improntati all’efficienza e all’efficacia”. Plauso all’iniziativa del Patto Lavoro Lombardia anche da Maurizio del Conte, presidente di Anpal. “La Lombardia è senz’altro un modello per le politiche attive e la sua efficienza può essere valorizzata ampliandone lo spettro e l’applicazione – ha detto -. Il nostro Paese deve ridurre il gap con altre realtà internazionali, deve avere un sistema pubblico che coinvolge il privato per mercato del lavoro più efficiente e inclusivo. Dobbiamo essere attrattivi e abbiamo quindi bisogno di fare massa critica e di avvalerci di tutte le esperienze e competenze su piano nazionale”. Tra i fattori decisivi per il successo della riforma, secondo gli attori in gioco intervenuti al dibattito, sarà la creazione di un sistema informativo nazionale.