Pensionati Cisl e società scientifiche alleate per l’invecchiamento attivo

Milano, 2.12.2016

Sindacati dei pensionati Fnp Cisl, Spi Cgil, Uilp Uil, Acli, alleati con le società scientifiche per migliorare le condizioni di vita degli anziani, e non solo, a partire da una campagna nazionale di sensibilizzazione sulle vaccinazioni, che questa mattina ha fatto tappa a Milano. “Dal 2014 siamo entrati a far parte di Happy ageing, l’alleanza per l’invecchiamento attivo promossa da alcune società scientifiche, che ha voluto coinvolgere anche i sindacati dei pensionati per la loro presenza capillare sul territorio e tra le famiglie – ha sottolineato Attilio Rimoldi, segretario nazionale Fnp -. Abbiamo aderito con piacere, perché siamo convinti che dobbiamo lavorare per aggiungere vita agli anni anziché anni alla vita”. “L’impegno di sensibilizzazione per la prevenzione non si limita al tema delle vaccinazioni – aggiunge – abbiamo in programma iniziative anche sul fronte dell’alimentazione e delle attività motorie”. Un ambito d’impegno, poi, che i pensionati Cisl propongono di inserire è quello degli infortuni domestici. “Un fenomeno troppo diffuso, anche se altrettanto sottovalutato: in un anno gli infortuni domestici provocano più morti degli incidenti stradali, eppure se ne parla poco -spiega Rimoldi – . Se con Happy ageing riuscissimo a fare di più per informare sui rischi degli infortuni domestici sarebbe un bel risultato”.
Sul tema del l’invecchiamento attivo e sulle iniziative concrete da intraprendere si sono confrontati esperti, rappresentanti dei Comuni e della Regione. “Sui problemi degli anziani gli enti locali hanno un ruolo fondamentale – ha sottolineato Antonio Mobilia, presidente Federsanità Anci Lombardia -. La prevenzione è importante ma costa, dunque governo e regione devono stanziare risorse. Il problema è rilevante, perché ad una certa età una malattia come l’influenza può aggravarsi e creare danni maggiori, portando a inabilità pesanti, con significativi problemi di gestione per gli enti locali”. “Formazione e informazione sono fattori chiave per favorire l’invecchiamento attivo”, ha sottolineato Mauro Colombo, della Società italiana di geriatria. “La maggior parte degli anziani non sa che alcune malattie posso essere prevenute grazie a un vaccino – ha detto Antonio Gattinoni della Società d’igiene -. I medici di base stessi, allora, possono essere operatori della prevenzione”.
Alla mattinata è intervenuta anche Maria Gramegna, dirigente Unità Organizzativa Prevenzione di Regione Lombardia, che ha sottolineato le difficoltà da parte dei cittadini ad affrontare la “proposta delle vaccinazioni” con fiducia. “Regione è assolutamente impegnata nel promuovere le vaccinazioni – ha spiegato -. Non è stato semplice ottenere che il piano nazionale sulle vaccinazioni fosse un Lea, ma c’è l’abbiamo fatta”. “Col ministero e le altre regioni decideremo come incrementare mano a mano l’offerta – ha aggiunto -. Non tutti i vaccini possono essere introdotti allo stesso modo. In alcuni casi, per esempio la varicella, occorre introdurli in modo penetrante altrimenti la malattia si sposta in avanti. Così è accaduto col morbillo e così non vogliamo accada per altre patologie”. Quanto all’offerta per gli over65, Gramegna ha ricordato che la Regione nel 2015 ha aggiornato un atto di indirizzo “allargando molto l’offerta per le categorie a rischio”. “Auspichiamo di arrivare a vaccinare un numero maggiore di persone – ha concluso -. Gli strumenti per far funzionare il sistema ci sono, occorre togliere alcuni sassolini che a volte creano ostacoli”.