Pensioni, Cisl Lombardia: riformare il sistema, per un nuovo patto tra generazioni

Milano, 9.2.2015
 
“Bisogna portare avanti con forza una riflessione sulla riforma della previdenza e ricollocandola in una visione più ampia porre la questione all’attenzione del governo, perché si realizzi un sistema più equo e più vicino ai bisogni di inclusione sociale, per un nuovo patto tra le generazioni”. Così il segretario regionale della Cisl Lombardia, Paola Gilardoni, concludendo la mattinata di approfondimento e confronto sui temi previdenziali e le proposte della Cisl. “A vent’anni dalla Riforma Dini e soprattutto dopo l’intervento della legge 214/2011 – ha sottolineato Gilardoni – si rende necessaria una valutazione del modello di protezione, non solo dal punto di vista della sostenibilità finanziaria, ma anche della tenuta e degli effetti nel medio e lungo periodo circa l’impatto sociale”. Lo scenario della spesa pensionistica a breve termine, le dinamiche demografiche da qui al 2050, nonché le carenze e i limiti dell’attuale sistema previdenziale sono stati illustrati da Matteo Jessoula, ricercatore della facoltà di Scienze politiche alla Statale. “Nel 2050 gli over-65 saranno 19,5 milioni, ma la spesa pensionistica nel medio periodo non è destinata ad aumentare – ha sottolineato – . E’ evidente che si pone un problema di redistribuzione”. “Purtroppo – ha aggiunto – dalla riforma Dini ad oggi la riflessione sul sistema pensionistico è stata debole, nonostante il mercato del lavoro si sia profondamente trasformato, con l’introduzione e la diffusione massiccia dei contratti flessibili e atipici”. Da qui la necessità, secondo Jessoula, di colmare le carenze del passato e soprattutto introdurre una dinamica pensionistica più flessibile, così come sostenuto anche dalla Cisl. La flessibilità nell’accesso al pensionamento è infatti uno dei cardini della proposta elaborata dalla Cisl, che prevede inoltre la certezza della rivalutazione, la possibilità di conciliare il lavoro di giovani e anziani, il riconoscimento che non tutti i lavori sono uguali. “Il tema del miglioramento dell’aspettativa di vita è ineludibile, ma l’innalzamento dell’età di lavoro non si raggiunge aumentando coattivamente i requisiti legali per il pensionamento, con effetti deleteri sul versante del funzionamento del mercato del lavoro e della gestione delle crisi aziendali”, ha sottolineato  Valeria Picchio, esperta di previdenza presso il dipartimento Democrazia economica della Cisl confederale. “Occorre avviare al più presto un confronto con le parti sociali – ha aggiunto – per trovare un nuovo equilibrio tra sostenibilità finanziaria e sociale del sistema previdenziale”.