Poste, la Cisl suona la sveglia all’azienda sul piano d’impresa

Milano, 26.9.2014
 
Qual’è la direzione strategica di Poste Italiane? Quali sviluppi per le attività finanziarie e tradizionali? Come e quanto sarà coinvolto il sindacato? Questioni importanti, per un’azienda che negli ultimi dieci anni ha registrato risultati economici di successo, anche grazie all’impegno del sindacato e dei suoi dipendenti, ma che oggi è ferma e appare incerta. Queste le criticità evidenziate oggi nel corso del dibattito organizzati da Cisl Poste e Cisl Lombardia  “Un successo fatto di persone”, cui hanno partecipato Vincenzo Perrone, professore di Organizzazione aziendale all’Università Bocconi di Milano, Mario Petitto, segretario generale nazionale Slp Cisl, Enrico Dallegno, Risorse umane Poste Italiane Lombardia, Gigi Petteni, segretario generale Cisl Lombardia, Giuseppe Marinaccio, segretario generale Slp Lombardia. “Da quando è arrivato il nuovo amministratore delegato siamo stati convocati una sola volta – ha sottolineato Petitto -. Entro fine anno si deve assolutamente affrontare la discussione delicatissima sul piano d’impresa e su questo saremo intransigenti, non faremo sconti a nessuno”. L’annosa questione è l’equilibro tra le attività finanziarie di Poste e la mission tradizionale, del servizio postale. Un ramo, quest’ultimo, che secondo i sindacati in Lombardia è assolutamente da rivedere e richiede investimenti e strategie da parte dell’azienda”. “Il servizio è in decadenza – afferma Marinaccio – gli utenti si lamentano e i dipendenti, oltre ad essere costretti a lavorare sotto-organico, devono anche subire gli insulti della clientela”. “L’azienda è ferma perché attende di prendere decisioni di alto livello, come la privatizzazione – aggiunge – ma il rischio è che intanto si compromettono i risultati positivi raggiunti con sacrifici negli ultimi anni”. Del resto, una tale situazione di stasi, ha avvertito anche il professor Perrone “non può durare a lungo”. “Perché nel contesto attuale di grande concorrenza, anche internazionale – ha spiegato – si crea un grande spazio per i competitors”. 
La positività delle relazioni tra sindacato e Poste è stato negli anni uno dei fattori chiave del successo dell’azienda. “La storia di Poste dimostra che se si affrontano processi anche difficili ma con relazioni  positive si può avere successo – ha detto Petteni -. Il futuro delle relazioni deve essere un futuro di partecipazione, dove non ci sia confusioni di ruoli”. “In un momento come questo – ha aggiunto – è importante mettere in evidenza il sindacato com’è in realtà. Abbiamo qui delegati che oggi hanno lavorato e son venuti di venerdì pomeriggio per dare un segnale di militanza e di appartenenza. Qui vedo il futuro del sindacato per la mia organizzazione: categorie forti con più autonomia in un contesto di confederalità”. “Se non c’è questo – ha puntualizzato Petteni – un modello sindacale come quello della Cisl è finito”.