Milano, 3.4.2017
Si è tenuto nei giorni scorsi presso la sede regionale Cisl il secondo incontro previsto nell’ambito del progetto europeo “Smart factory”, che vede la Cisl Lombardia, in collaborazione con la Fim e la Femca Lombardia, coinvolta come partner dell’università di Tubingen e cui partecipano altre associazioni tedesche e sindacati di Spagna e Svezia. Il progetto mira ad analizzare i mutamenti in atto nelle relazioni industriali dinnanzi all’aumento della digitalizzazione e della tecnologizzazione nei luoghi di lavoro e nella società, in modo da meglio rispondere ai quesiti posti dal percorso Industria 4.0. L’obiettivo finale è quello di provare a delineare tre possibili scenari futuri. Due le azioni previste: interviste qualitative con esperti (docenti universitari, dirigenti e operatori sindacali, delegati) per avere un quadro generale della situazione legata al percorso industria 4.0; utilizzare attraverso il metodo Delphi coinvolgendo diversi delegati aziendali.
Il primo giorno di questo secondo meeting del progetto è stato dedicato all’analisi di quanto fatto fino ad ora, condividendo le prime indicazioni emerse dalle interviste fatte nei diversi Paesi e provando a dare anche un quadro del percorso industria 4.0 nei diversi Paesi. Per descrivere la situazione italiana, sono intervenuti Enrico Civillini, segretario generale della Fim Lombardia, che ha presentato il piano del governo sul tema Industria 4.0, e Paolo Ronchi, segretario generale della Femca Lombardia, che ha presentato in particolare alcune esperienze già in atto nel settore manifatturiero chimico gomma plastica e chimica di base.
Miriam Ferrari, responsabile del dipartimento Politiche europee ed internazionali, di cooperazione e migratorie della Cisl Lombardia, nel suo intervento ha sottolineato l’importanza che il sindacato ha di “conoscere e capire per tempo, capire cosa potrà accadere e quali le conseguenze che come sindacato dovremo gestire. Questo progetto ci offre quest’opportunità, mettendo insieme esperienze e culture diverse, rafforzando la cooperazione transnazionale fra attori diversi, che si interrogano per provare a capire i futuri scenari della digitalizzazione e cosa accadrà a tutto il mondo del lavoro per essere in grado di governare questa sfida”.
Dopo questa prima fase di condivisione, i partner hanno discusso delle modalità in cui organizzare la ricerca con il metodo Delphi, i suoi tempi, le sue modalità operative e le modalità di compilazione dei questionari. Durante il secondo giorno, invece, hanno partecipato e sono intervenuti anche diversi delegati della Fim e della Femca provenienti da aziende in cui i processi di digitalizzazione della produzione sono già avviati da tempo e rappresentano quindi delle punte avanzate nell’analisi di questi nuovi processi. E’ stata quindi un’utile occasione, sia per i delegati che per i partner di progetto italiani e stranieri, per mettere a confronto esperienze e contesti differenti, da cui sono emersi contesti lavorativi e sociali molto differenti tra i diversi Paesi europei.
Il progetto Smart Factory proseguirà con le nuove interviste agli esperti che verranno realizzate nelle prossime settimane e con l’avvio della ricerca Delphi per l’individuazione degli scenari futuri.