Milano, 18.4.2016
Regione Lombardia nella seduta di giunta di oggi ha approvato il nuovo pacchetto Reddito di autonomia del 2016. Un pacchetto di interventi comprensivo delle misure rivolte alla famiglia che, secondo la Cisl Lombardia, presenta luci e ombre. “Le misure per il 2016 recepiscono alcune delle osservazioni che abbiamo presentato, innovando quelle già esistenti e tengono conto degli esiti emersi nel confronto presso l’assessorato – sottolinea Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia con delega al Welfare e sanità-. Prevedono infatti un riconoscimento economico in caso di nascita fin dal primo figlio, ampliando la platea dei potenziali beneficiari uniformando l’Isee a 20 mila euro e favorendo l’accesso a servizi per infanzia dei Comuni”. “Anche su nostra sollecitazione – aggiunge – è stata recuperata la clamorosa esclusione delle famiglie adottive dalla misura per la natalità”. Quanto al requisito dei 5 anni di residenza, pur rilevando una prima correzione del vincolo per l’accesso alle misure previsto dal provvedimento dell’ottobre scorso, la Cisl Lombardia ritiene che la rimodulazione del requisito per uno solo dei due genitori renda ancora limitante e discriminante l’accesso alle misure di tutela. “La revisione è tanto più necessaria in riferimento alle minorenni e alle donne sole in gravidanza – spiega Paola Gilardoni – per le quali sarebbe opportuno rivedere il requisito per l’accesso alle misure a sostegno della natalità ed ai servizi integrativi dell’infanzia. In tal caso il vincolo di 5 anni risulta ulteriormente penalizzante”. La Cisl Lombardia, a fronte dello stanziamento di circa 74 milioni di euro nel 2016 per bonus famiglia, nidi, voucher anziani e disabili, rileva un incremento di risorse rispetto alle deliberazioni di ottobre scorso e lo considera “un primo e positivo passo per poter strutturare un sistema di tutele rivolto alle famiglie nelle fasi di fragilità”. Riconfermate, invece, le perplessità circa l’eliminazione del super ticket a cittadini con reddito familiare fiscale annuale non superiore a 18.000€. “E’ un limite troppo basso – afferma Gilardoni – che esclude lavoratori, lavoratrici e pensionati”.