Riforma sanità, la Cisl lombarda pronta alla sfida della fase 2

Milano, 11.9.2015

Approvata la legge, emanate le prime due delibere attuative, per la Cisl lombarda si apre la fase più impegnativa sul fronte del riordino della sanità lombarda. Obiettivo: far si che l’attuazione della nuova normativa concretizzi quei principi che grazie al lavoro del sindacato sono stati recepiti, a partire da una migliore e più efficiente integrazione tra attività ospedaliera e territorio. “Siamo soddisfatti che nel testo finale questo aspetto sia stato riconfermato e che molte delle nostre sollecitazioni siano state recepite, dall’attenzione al territorio fino alla valorizzazione del personale, al riconoscimento della titolarità alla negoziazione per nuovi accordi sindacali”, ha sottolineato Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia con delega alla Sanità , aprendo l’incontro sulla nuova legge con il presidente e il vicepresidente della Commissione III e relatori del testo, Fabio Rizzi e Angelo Capelli, tenutosi questa mattina nella sede regionale di via Vida. Un incontro che s’inserisce nel percorso di intenso lavoro avviato già oltre un anno fa dalla Cisl lombarda e che proseguirà nei prossimi mesi con ulteriori momenti di approfondimento. “I temi sul tavolo sono tanti, a partire dalla questione importantissima della compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria – ha ricordato Gilardoni -. Auspichiamo che non si riducano i ticket attraverso l’aumento delle tasse”. “Un altro passaggio importante saranno le regole di sistema, le linee di indirizzo sui piani di organizzazione aziendale – ha aggiunto -. Su questi punti chiederemo l’apertura di un confronto”. Un’esigenza che ha già registrato l’apertura da parte dei rappresentanti della Regione. “L’incontro di oggi è il primo di una lunga serie – ha detto Fabio Rizzi, relatore della legge – perché il processo di attuazione della legge sarà impegnativo. La riforma cambia completamente l’impostazione del sistema: da due entità, Asl e azienda ospedaliera, passiamo a quattro, una diversa dall’altra, per compiti e funzioni”. Il nodo, ha puntualizzato  Rizzi, è il passaggio da un sistema a controllo centrale a uno periferico. “Domani le direzioni generali e l’assessorato avranno solo il compito di dettare linee guida e garantirne l’omogeneità di interpretazione sul territorio – ha spiegato – . Saranno le otto Ats, i cui confini sono stati definiti con precisione chirurgica, che dovranno occuparsi  di indirizzi e programmazione territoriale”. Le Asst saranno invece aziende ospedaliere territoriali socio sanitarie e dovranno attuare l’idea di integrazione tra sanità e temi sociosanitari, per dare risposte a 360 gradi ai bisogni dei cittadini. Sulla delicata questione del rapporto tra pubblico e privato, Angelo Capelli ha invece sottolineato la necessità di conciliare i due sistemi, “che negli anni hanno contributo entrambi al successo del modello sanitario lombardo”.  A conclusione dell’incontro è intervenuto il segretario generale della Cisl Lombardia, Osvaldo Domaneschi, che ha ribadito la necessità di “vigilare affinché l’applicazione della legge rispetti i principi condivisi”.  Domaneschi ha ricordato che uno degli argomenti da affrontare con urgenza e’ la stabilizzazione di 3mila precari, tra infermieri e altro personale sanitario. “Non è solo una questione di giustizia nei confronti di questi lavoratori – ha sottolineato – ma anche di funzionamento del sistema. Senza organici e contratti adeguati ogni riforma ha il fiato corto”.

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