Salario, welfare, orario: oltre 400 le intese innovative siglate in Lombardia

Milano, 20.10.2016
 
Gli effetti della crisi stanno lentamente trasformando la contrattazione aziendale: da tipicamente rivendicativa, che “portava a casa” più salario e più diritti”, sta diventando  uno strumento per salvaguardare il lavoro, centrale non più per il suo costo ma quale garanzia minima di reddito e identità. E’ quanto emerge dal Rapporto sulla contrattazione in Lombardia nel 2015, illustrato oggi nel corso della Fiera della Contrattazione della Cisl Lombardia, giunta ormai alla sua sesta edizione. 
“Il dati del nostro Osservatorio Contrattazione mostrano che il 2015 è stato ancora un anno di transizione, siamo a  metà del guado – commenta Osvaldo Domaneschi, segretario generale Cisl Lombardia -. La contrattazione decentrata è stata un importante scudo difensivo nei momenti più forti della crisi e ora, seppure con forte gradualità, si sta spostando sui temi del modello di competitività da seguire e sulla capacità di adeguarsi alle nuove sfide”. “Per il sindacato si apre la grande sfida della tutela del lavoro dal punto di vista della sua qualità – aggiunge -. In quest’ottica, priorità strategiche saranno rilanciare la contrattazione di secondo livello, la bilateralità e la partecipazione”. 
Salario, welfare, orario, ristrutturazioni, ambiente e salute, mercato del lavoro, sono i filoni tematici che hanno caratterizzato gli accordi siglati in Lombardia nel 2015. Complessivamente, le intese più significative sono state 402. Le ha selezionate una giuria di esperti, composta da Guido Baglioni, Carlo Dell’Aringa, Luciano Pero, Annamaria Ponzellini, e le 6 più innovative saranno premiate nel corso della manifestazione. Dall’analisi condotta dall’Osservatorio Contrattazione della Cisl Lombardia emerge dunque la tendenza a spostare la contrattazione dagli argomenti tradizionali a quelli difensivi o di scambio. Nel dettaglio, 269 intese riguardano il salario (il 67% del totale), seguite da 104 accordi sul welfare (26%), 99 sull’orario (24,6%), 76 sulle prerogative sindacali (18,9%) e 71 sulle ristrutturazioni (17,7%). “Il Rapporto conferma la tendenza in aumento a contrattare nuove forme di flessibilità oraria, per stare sul mercato e conquistare commesse anche difficili, a fronte della sempre maggiore imprevedibilità – spiega Giorgio Caprioli, responsabile Osservatorio Contrattazione Cisl Lombardia -. In particolare le aziende hanno bisogno di comandare dei riposi collettivi quando il mercato non tira, un aspetto che non sempre è previsto nei diversi contratti nazionali”.  
Quanto alla distribuzione territoriale, il 24% degli accordi più significativi sono stati siglati a Bergamo, il 18% in Brianza e nel lecchese, il 16% nell’Asse del Po (Cremona, Lodi, Mantova), il 13% a Brescia. “Sappiamo che è sul territorio e nelle aziende che si manifestano i bisogni maggiori e non possiamo più affidare alla contrattazione nazionale la loro realizzazione – ha sottolineato Beppe Saronni, segretario Cisl Lombardia con delega alla contrattazione, aprendo i lavori della fiera -. Il sindacato è utile se cambia il proprio paradigma, se al centro c’è la persona e se l’impresa fa propria l’idea di responsabilità sociale. Ecco perché la Cisl lavora attraverso la definizione di politiche attive, per orientare la contrattazione verso temi legati alla crisi e centrati su forme di welfare integrato e di diversa organizzazione del lavoro”.