Sanità, Cgil, Cisl, Uil: la riforma è un compromesso al ribasso

Milano, 13.7.2015
 
La riforma della sanità lombarda è il frutto di un compromesso al ribasso. Il testo che va in aula martedì 14 luglio è il risultato di una confusa e continua ricerca di mediazione tra i gruppi di maggioranza. Il confronto con i sindacati è avvenuto su un testo diverso da quello che andrà in discussione in Consiglio regionale. E’ quanto denunciano Cgil, Cisl e Uil Lombardia, alla vigilia del debutto in aula del disegno di legge di riforma della sanità lombarda: è stato del tutto disatteso l’accordo che lo stesso presidente ha sottoscritto.  “Le richieste dei sindacati sono chiare e esplicite – ha detto Osvaldo Domaneschi, segretario generale Cisl Lombardia, nel corso della conferenza stampa di questa mattina -. Bisogna tornare all’accordo del 26 settembre e rilanciare un’idea di futuro di sanità che sia molto più attenta ai temi del territorio e dei bisogni dei cittadini”. Domaneschi ha spiegato che i sindacati sono “molto impegnati nella riapertura di un dialogo e di un discorso che si incentri sulle questioni che abbiamo affrontato in questa settimana. In caso contrario – ha sottolineato – non potremo fermarci qui e solo dire che non va bene, ma avvieremo anche iniziative che sostengano le idee che ci hanno portati all’accordo”. In particolare, secondo i sindacati, la riforma della sanità non prevede gli interventi inizialmente previsti sul fronte della medicina del territorio, dei ticket, delle rette Rsa, della valorizzazione del personale.
“L’obiettivo centrale della riforma doveva essere il rafforzamento dei servizi territoriali – spiega Domaneschi -. In realtà il disegno di legge regionale va in direzione opposta: allarga gli ambiti territoriali e annulla la presenza dei distretti sul territorio, a discapito del servizio per il cittadino”. Il risultato, in concreto, è che viene messa in discussione la possibilità di trovare in modo chiaro ed efficiente una risposta ai bisogni sociosanitari. Cgil, Cisl e Uil lombarde chiedono inoltre che la riforma del sistema sanitario si accompagni ad un aumento della quota a carico del Fondo sanitario regionale del costo sanitario della degenza in Rsa, per consentire una riduzione delle rette a carico delle famiglie lombarde, rette che sono oggi a livelli insostenibili. Con assoluta urgenza, poi, deve essere decisa e attuata l’abolizione del superticket. “Entro la fine di luglio è previsto l’assestamento di bilancio: o si trovano in quest’occasione le risorse necessarie per abolire il superticket o per quest’anno non se ne fa nulla – afferma il segretario generale Cisl Lombardia -. I 30 milioni di euro decantati dall’assessore Mantovani sono assolutamente insufficienti a fronte di 140 milioni di euro che effettivamente servirebbero per abolire il superticket!”. 
Infine, secondo i sindacati il riordino del servizio sanitario regionale deve rappresentare l’occasione per valorizzare, attraverso il coinvolgimento degli operatori e la contrattazione, l’impegno e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nel servizio sanitario, che in questi anni hanno concorso ad assicurare gli elevati livelli di eccellenza che caratterizzano la sanità lombarda.