Sanità lombarda, la Cisl presenta le sue proposte al presidente Maroni

Milano, 15.4.2014
 
Aprire gli ambulatori dei medici di base e specialistici fino a sera tardi e, eventualmente, la domenica mattina, abolire i superticket, cambiare il sistema delle nomine puntando sulle competenze e quindi scegliendo direttori amministrativi e sanitari tra i dirigenti già dipendenti del sistema. E ancora: sperimentare la figura dell’infermiera di famiglia, già presente in altri Paesi europei, introdurre formule di mutualismo integrativo per la copertura di prestazioni extra-Lea e alcuni servizi socio-sanitari domiciliari selezionati. Sono solo alcune delle proposte per la riforma del sistema sanitario presentate oggi dalla Cisl Lombardia, nel corso del convegno “Al servizio della persona e della famiglia”, cui interviene anche il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni.                  
“La società cambia, si evolve. Le risorse pubbliche sono sempre più scarse, è vero, ma questo non deve impedire di riorganizzare un settore decisivo come la sanità, rendendolo più efficace e meno oneroso per i lavoratori, i pensionati e le loro famiglie”, ha detto Gigi Petteni, segretario generale della Cisl Lombardia. “I cittadini hanno bisogno di medici di base più disponibili, secondo modalità di orario più flessibili e che prevedano, perché no, l’accesso alle strutture anche al sabato o alla domenica – ha aggiunto -. Occorre assumere un approccio territoriale, piuttosto che ospedaliero, favorendo le forme di associazione e cooperazione tra medici di medicina generale, pediatri e specialisti, promuovendo la creazione di strutture territoriali complesse, dove sia possibile anche fare alcuni esami diagnostici, se necessario”.  Certamente la Lombardia è un polo di eccellenza, nel panorama sanitario nazionale. Oltre 200 istituti ospedalieri, pubblici e privati. Ben 12 strutture universitarie, pari al 16% dell’intero paese. Il tasso di emigrazione sui ricoveri ordinari è pari al 3,64% (valore più basso in Italia) mentre il tasso di immigrazione è pari al 10,07% (differenziale pari a 6,43%). “Oggi la nuova sfida è dare una risposta efficace, appropriata e di qualità ai malati cronici e ai pazienti pluripatologici – afferma il segretario generale della Cisl Lombardia -. Occorre pensare a un sistema che assicuri l’accesso e la fruibilità delle prestazioni socio-sanitarie a prevalente carattere sanitario, indipendentemente dalla capacità da parte dell’utente di compartecipare alla spesa”.  “Dobbiamo avere un sistema che sia universalistico e intoccabile – aggiunge – ma affiancato da un nuovo mutualismo, che può dare risposte concrete ai bisogni delle persone”. La crisi, infatti, contrae i consumi sanitari: come evidenziato da una ricerca recente, il 7,5% dei cittadini lombardi ha già rinunciato a prestazioni sanitarie pur avendone bisogno, il 57% è pronto a farlo. “E’ ovvio che di fronte a una  situazione di questo tipo le lunghissime liste d’attesa sono un ulteriore disincentivo – sottolinea Petteni -. Occorre intervenire con decisione sui tempi di esami e visite e parallelamente avviare una campagna di informazione sulla prevenzione alla salute”.  Nel ridisegno del sistema sanitario regionale, la Cisl propone inoltre che i medici attivi in Lombardia siano convenzionati con la Regione e non con il ministero.  “Come possiamo pensare di rinnovare la sanità lombarda con medici che dipendono da Roma? – afferma Petteni -. In quest’ottica di cambiamento chiediamo anche che le funzioni di direzione sanitaria e amministrativa siano affidate a dirigenti dipendenti del sistema sanitario, non a direttori di nomina politica”. 
Intervenendo al convegno, il presidente di Regione Lombardia ha sottolineato l’importanza del contributo che la Cisl, con le sue categorie, vuole dare per la riforma del sistema sanitario lombardo. “Riorganizzazione e risorse sono i due capitoli dello sviluppo del sistema – ha detto Maroni -. Certamente vogliamo investire sempre di più sul territorio, come dice la Cisl. In questa fase di definizione delle linee dì azione per noi è fondamentale il confronto con chi lavora sul campo e chi conosce la materia. Entro fine mese voglio definire il testo della riforma, ma senz’altro prima di portarlo in giunta faremo un altro incontro col sindacato, perché mi diciate cosa ne pensate”. Accogliendo la richiesta del segretario generale della Cisl lombarda, il presidente ha poi assicurato che “compatibilmente con quel che dirà l’assessore al bilancio” per il socio-sanitario saranno “confermate le risorse dello scorso anno”. Maroni ha inoltre espresso l’intenzione di varare la riforma del sistema sanitario lombardo entro fine anno e ha annunciato che con Roma sarà battaglia se il governo procederà a tagli lineari e non adotterà il criterio dei costi standard. Infine, il presidente di Regione Lombardia ha anticipato che per Expo è allo studio un piano di assunzioni straordinario nella sanità. “Dobbiamo essere in grado di affrontare ogni tipo di patologia e intervento – ha detto -. Per questo stiamo anche studiando un piano straordinario per permettere alle aziende sanitarie anche di fare assunzioni a tempo determinato per permettere al servizio sanitario di fare controlli e garantire servizi necessari per quei 6 mesi”.