Servizi educativi 0-6 anni, Cisl Lombardia: rafforzare l’offerta e potenziare il sostegno alle famiglie

Gilardoni: ampliare la misura oltre la soglia Isee di 20 mila euro

Milano, 4.8.2020

La ripartenza delle attività educative e scolastiche dovrebbe essere accompagnata da un insieme di strumenti e interventi diversificati, che tenga conto del bisogno di accudimento, educazione, socializzazione e istruzione dei bambini e delle bambine e di sostegno alle famiglie. Lo sostiene la Cisl Lombardia, che in un documento di analisi e proposte sulla ripartenza dei servizi educativi sottolinea la necessità di rafforzare l’offerta dei servizi e potenziare il sostegno economico alle famiglie.

In Lombardia il rapporto tra la dotazione di posti di asilo nido pubblici e privati ed il numero dei bambini di età inferiore ai 3 anni a fine 2017 era del 26.5% (fonte Istat). Percentuale ancora lontana dall’obiettivo europeo del 33%.

“Sarebbe ragionevole ampliare l’accesso alla misura Nidi Gratis oltre la soglia Isee di 20 mila euro, introducendo una forma di agevolazione, secondo il principio costituzionalmente previsto della progressività delle condizioni economiche e patrimoniali di ciascuna famiglia – sottolinea Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia -. L’altro aspetto critico riguarda la possibilità di accesso all’agevolazione da parte delle famiglie, condizionata dalla scelta del comune di residenza di aderire alla misura. In molti casi la scelta dell’amministrazione locale di non aderire diventa fattore discriminante nella possibilità di accesso allo strumento di tutela regionale”.

Sono infatti bene 61.989 i bambini (pari al 25,3% del totale dei bambini tra 0 e 2 anni residenti in Lombardia al 31.12.2017) che risiedono in comuni che non aderiscono alla misura Nidi Gratis, con esclusione delle famiglie dal potenziale beneficio.

“C’è da considerare quindi – aggiunge Gilardoni – un problema nella definizione dell’attuale misura, che attiene alla limitazione della libertà di scelta dei genitori di iscrivere il proprio figlio nella struttura ritenuta più rispondente alle proprie necessità, considerate inoltre le diverse esigenze di mobilità sul territorio per motivi di lavoro da parte dei genitori”.