Milano, 21.3..2016
Lavoro e dignità alla base del film Suffragette, diretto da una donna, Sarah Gavron, e finanziato da due donne, Fave Ward e Alison Owen. Un film ambientato agli inizi del ‘900 che racconta gli esordi del movimento femminista. La regista segue la vicenda di un’operaia, Maud, che da donna mite diventa una militante di un movimento che passa alle maniere forti anche attraverso sassi contro le vetrine, scioperi della fame e persino bombe verso la casa in costruzione del primo ministro. Diventa insomma una vendicatrice delle violenze che le donne subiscono sul lavoro per affermare il loro riscatto dalla minorità nella quale le costringono gli uomini. Naturalmente pagherà questo impegno sia con l’arresto che con la perdita del lavoro oltre che la separazione dal marito e dal figlioletto. Suffragette è un film che tenta una ricostruzione storica di un movimento che il cinema aveva sempre edulcorato e presentato come movimento eminentemente borghese mentre esso si occupava anche di discriminazione nel lavoro, di parità salariale e di molestie sessuali. Insomma un film che non perde certo di attualità pur parlando di avvenimenti che risalgono ad un secolo fa. Naturalmente la forza del film è data dalla sceneggiatura oltre che da interpreti sensibili, ed anche se la regia non si distingue particolarmente il film scorre bene e aiuta a comprendere un pezzo di storia che non è solo delle donne ma del movimento operaio tutto (anche se i maschi allora erano tutt’altro che solidali).