Taglio al salario di produttività, sale la protesta nei ministeri

Milano, 29.10.2015
 
Sale la protesta nei ministeri contro il taglio al salario di produttività. La legge di stabilità “produce un danno economico strutturale” a questi lavoratori “di circa 80 milioni”, dicono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, indicendo assemblee e presidi a fine turno in tutti i ministeri e uffici così programmati: il 5 novembre Mipaaf e Avvocatura dello Stato; il 6 Ambiente, Mise, Mit e Salute; il 9 Lavoro ed Esteri; l’11 Difesa e Miur; il 12 Mibact e Mef; il 13 Giustizia (comprese Amministrazione penitenziaria e Giustizia minorile) e Interno. I motivi di questa protesta si affiancano alla richiesta di “un vero rinnovo” del contratto. “Chiediamo al governo il ripristino immediato, pieno e totale delle risorse destinate alla produttività. Non ci fermeremo fin tanto che i lavoratori non avranno indietro i loro soldi e un rinnovo di contratto dignitoso”, affermano in una nota unitaria Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa. “Il governo – spiegano – con il disegno di legge di stabilità 2016 rende definitivo lo scippo ai danni dei lavoratori ministeriali compiuto con la legge di assestamento di bilancio 2015 che ha cancellato le risorse destinate per contratto all’incremento della produttività e al miglioramento dei servizi. Non solo dunque si nega un rinnovo di contratto dignitoso, ma addirittura si taglia il salario ai dipendenti dei ministeri”. Il governo, proseguono le tre sigle del pubblico impiego, “cancella infatti le risorse utilizzate per retribuire le turnazioni, la reperibilità, le indennità ed altri strumenti che garantiscono le aperture straordinarie e il funzionamento di tutti gli uffici pubblici”. Si  tratta di “attacchi – concludono – che ancora una volta penalizzano fortemente i lavoratori e i servizi pubblici”.