I sindacati stimano che il 30% degli addetti siano a rischio
Milano, 19.2.2021
La crisi dovuta alla pandemia mette a rischio “fino al 30% della forza lavoro” nel settore del tessile in Italia. Sono le previsioni unitarie delle categorie di Cgil, Cisl e Uil, che si augurano di “essere smentite” dai fatti. Per far fronte a questa situazione i sindacati ritengono necessario “investire sulle aziende per una vera e propria riconversione industriale”, spiega all’Ansa il segretario generale della Femca Cisl Lombardia, Paolo Ronchi. “Nella sola Lombardia, la seconda regione manifatturiera d’Europa – spiega – abbiamo stimato un rischio del 20% per il tessile e tra il 4 e il 10% per le altre categorie che rappresentiamo, la chimica, la farmaceutica, la gomma-plastica, la cosmesi e il vetro”. Ci sono situazioni che vanno bene, come il settore farmaceutico, che ha chiuso il 2020 con un lieve calo per via dei forti acquisti registrati a inizio anno per riempire i magazzini, ma “bisogna intervenire sulle aziende – afferma Ronchi – e accompagnarle in un percorso di cambiamento che possa portare una prospettiva di sviluppo”.
“Anche le aziende con poche prospettive vanno riaccompagnate verso un percorso di riqualificazione – conclude Ronchi – e per farlo ci vogliono la fabbrica, le imprese ma anche la riqualificazione del personale e ora che ci sono i fondi non possiamo perdere questa occasione”.