Vedete, sono uno di voi

Milano, 24.3.2017

Arriva sugli schermi, dopo l’anteprima in duomo, il documentario di Ermanno Olmi che racconta, con l’aiuto di Marco Garonzio, la vicenda umana dell’arcivescovo di Milano. Alla base del film una approfondita ricerca d’archivio ed un montaggio che rende l’importanza di questa figura tanto cara ai milanesi e non solo, dal momento che ha influenzato credenti e non credenti dal punto di vista spirituale. Per questo  poteva affermare quel vedete, sono uno di voi diventato il titolo dell’opera di Olmi. Il rispetto per l’uomo viene così mostrato fin dalle  origini da parte del futuro cardinale che trascorre una infanzia sobria ed onesta, una onestà che tutti gli hanno sempre riconosciuto. Il film mette in relazione nascita e morte quasi a vedere in questi due estremi il senso di una vita che pure ha attraversato momenti bui della nostra storia.  E come ognuno di noi ha avuto momenti felici ma ha anche attraversato la paura  Qualcuno ha voluto vedere in Papa Francesco il testimone ideale di Martini ma Olmi si sofferma su Papa Giovanni e sui cambiamenti di una Chiesa che deve ancora fare molta strada. D’altronde molti sono i contributi offerti da sequenza dei suoi film e non poteva certo mancare l’omaggio al Papa Buono. E’ comunque la morte il metro di giudizio di una vita e la camera dell’Aloisianum di Gallarate dove Martini è spirato ritorna più volte durante la proiezione quasi ad immedesimare questo momento con il testamento del regista che sente avvicinarsi la fine.  Non a caso questo bilancio di una vita, a parte poche sequenze dove lo stesso Martini parla, è raccontato con la voce di Olmi, quasi una immedesimazione nella figura di un personaggio che ha fatto dell’onesta morale ed intellettuale la bandiera della sua esistenza. Per giungere alla domanda che interpella tutti noi: quale è la responsabilità di ognuno in questo mondo di corruzione e di ingiustizia?