XXVI Rapporto Immigrazione, un commento di Anolf Lombardia

Milano, 23.6.2017

Di seguito un commento di Luis Lageder, presidente Anolf Lombardia, ai dati del XXVI Rapporto Immigrazione Caritas Migrantes

Ci sono meno stranieri in Lombardia, e ce ne dovrebbero essere ancora meno. Questo non perché abbiamo sposato fatue idee generate dal non conoscere la millenaria storia di immigrazione e stanzialità che caratterizza la nostra regione. Studino di più coloro coloro che non sanno che la nostra regione si è popolata e sviluppata anche grazie alla scelta di stanzialità. basterebbe visitare il sito archeologico di Angera per trovare tracce di divinità orientali, o del culto egizio di Iside, o dei commercianti siriani che dimostrano non soltanto transiti migratori ma profonde e diffuse scelte di stanzialità.
Anche nel 2016 diminuiscono gli stranieri in Lombardia perché cresce il numero di chi riesce a farsi riconoscere come cittadino italiano, spesso perdendo la nazionalità di provenienza.
Il significato che mi pare sia più evidente dalla lettura dei numeri (e dalla conoscenza della realtà) è che le persone, come sempre, sono più concrete e più evolute della burocrazia, della discussione parlamentare e più serenamente tenaci nel perseguire la possibilità di vivere e di spendere le proprie capacità in una società a cui riconoscono di appartenere, di lavorare, di vivere e di contribuire in prima al benessere e allo sviluppo della nostra società secondo le regole di questa società.
E ce ne vuole di tenacia e convinzione per superare impedimenti e limitazioni imposte da leggi vecchie, inattuali e incoerenti con la realtà, culturalmente paurose e chiuse, economicamente contro producenti e sciape di umanità e capacità di pensare il presente ed il futuro.
La Lombardia ha nelle sue scuole più di 200.000 alunni e studenti “non cittadini italiani” nonostante 2/3 di loro siano nati in italia. Non è il caso ancora di perdere tempo, energie in discussioni insensate sullo jus soli (che comunque ha gravi limiti nella sua versione temperata). E’ tempo di guardare la realtà per quello che è. E’ tempo di ridare a chiunque lo voglia la possibilità non di riconoscersi italiano (questo è già), ma di essere riconosciuto anche giuridicamente come appartenente ad una comunità di elezione.
E serve anche una riscrittura integrale di un Testo unico che disciplini la condizione giuridica dello straniero. L’attuale legge che regola le questioni dall’ingresso al soggiorno, dai trattamenti pensionistici ai sostegni sociali, dalla tutela dei minori alle espulsioni, dai riconoscimenti dei titoli di studio agli accordi di integrazione è di vent’anni or sono (Turco-Napolitano), inasprita, incattivita e impoverita dalla Bossi-Fini. E’ il momento di andare oltre e di farlo, non parzialmente e confusamente come la proposta “Ero straniero” ma con un nuovo testo, che Cisl, Cgil e Uil hanno contribuito a scrivere e che è stato presentato negli scorsi giorni in parlamento e che sarà oggetto di una imminente campagna culturale di Anolf Lombardia.