Milano, 1.10.2014
Oltre 2.000 lavoratori e 344 imprese persi in un solo anno, l’ultimo. È questo il bollettino del settore edile in provincia di Bergamo, dai dati di Cassa Edile e Edilcassa aggiornati al mese di agosto. Un vero e proprio “smottamento epocale”, che ha colpito al cuore il sistema economico della provincia di Bergamo, dove l’edilizia da sempre ha rappresentato il motore del sistema produttivo. Negli ultimi dodici mesi, gli iscritti agli enti bilaterali dell’edilizia sono stati 14.426 (6129 in Edilcassa, 8297 in Cassa Edile), contro i 16535 del 2013. Le imprese sono passate dalle 3171 dell’anno scorso (1995 artigiane, 1176 “industriali”) alle 2827 registrate a agosto: due saldi negativi che non invertono la tendenza in atto dal 2008, anno di esordio della grande crisi che ha iniziato a “bruciare” i posti di lavoro. “La crisi cambierà profondamente il settore – afferma Danilo Mazzola, segretario generale della Filca Cisl di Bergamo -. Oltre alla situazione di gravità che i dati in tutta la loro freddezza esprimono, va denunciato che è in atto da tempo, un fuggi fuggi generalizzato dal contratto degli edili verso contratti più convenienti per le imprese, come ad esempio il metalmeccanico, che nulla hanno a che fare con la nostra specificità”. “Oltre che togliere tutele ai lavoratori, conquistate nel tempo con il sistema della Bilateralità, questo comportamento mette a serio rischio la tenuta degli enti stessi – aggiunge – . In tal senso, le imprese devono essere coscienti che tale condizione non fa bene al settore e all’intero sistema edile Bergamasco: è necessario introdurre regole che obblighino l’applicazione del contratto collettivo nazionale, partendo dagli appalti pubblici”.