Allevamento, a Bergamo “la spending review non riduca impegno per qualità e sicurezza”

Milano, 2.9.2014
 
Nell’era delle “spending review” articolate in vari modi, niente viene risparmiato dalla “sindrome” del risparmio e della razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse pubbliche. Neppure il settore dell’allevamento e della produzione lattiero–casearia. Il tutto con ricadute non sempre positive in un’ottica di qualità e tracciabilità di quanto mangiamo. Così dipendenti dell’Apa Bergamo hanno scritto una lettera aperta, affinché le istituzioni preposte comprendano che un taglio lineare alle risprse di controllo potrebbero creare non pochi problemi alla salute della popolazione. “Il Sistema Allevatori – si legge nella lettera – sta affrontando da diversi anni la diminuzione progressiva e continua delle risorse destinate alla sua attività di selezione e di miglioramento delle caratteristiche produttive e riproduttive delle specie di interesse zootecnico. Il miglioramento genetico delle specie allevate per finalità economiche comporta inevitabilmente il controllo della qualità e quantità delle produzioni ed è quindi strettamente correlato al concetto di sicurezza e tracciabilità alimentare.
A tal proposito è necessario che tutti i livelli istituzionali comprendano che ai fini della sicurezza alimentare e della tracciabilità nella filiera lattiero-casearia c’è differenza tra un controllo svolto dalle Associazioni Provinciali Allevatori tramite il prelievo del latte direttamente dalla mammella della bovina ed un’analisi svolta su di un campione prelevato dall’allevatore in un regime di autocontrollo.
Anche nel settore dell’Anagrafe Bovina l’attività del Sistema Allevatori consente attraverso i test del DNA e le foto dei vitelli di garantire la reale provenienza degli animali. 
Tuttavia pare che ad oggi nessuna istituzione abbia compreso la concreta portata dei tagli lineari al Sistema Allevatori. Questi tagli sono sfociati in una diminuzione della qualità dei servizi prestati dalle APA che hanno sempre svolto una significativa seppur poco conosciuta azione a sostegno della qualità della produzione alimentare nei comparti lattiero-caseario e della carne, con benefici in termini di competitività delle produzioni e sicurezza per il consumatore. 
I dipendenti e le dipendenti dell’Associazione Provinciale Allevatori di Bergamo, nell’assoluta mancanza di informazione e progettualità da parte dei dirigenti del Sistema stesso, della Regione e del Ministero, evidenziano la necessità di coinvolgere tutti i protagonisti del settore  per un confronto sulle possibilità di sviluppo e sul ruolo che il nostro Sistema ha svolto e svolge con evidenti risultati.
Ci rammarichiamo che le importanti ricadute occupazionali che hanno investito l’intero Sistema Allevatori siano passate di fatto sotto silenzio e vogliamo sottolineare gli importanti livelli di professionalità, conoscenze tecniche ed esperienza dei lavoratori e delle lavoratrici che operano in un comparto che caratterizza non solo la nostra regione ma anche il nostro paese e che deve è può essere strategico per il loro sviluppo. Secondo noi è necessario che le istituzioni e l’opinione pubblica capiscano quale sia il nostro lavoro e cosa comporti il ridimensionamento del sistema in una prospettiva miope e in controtendenza con la domanda di trasparenza e qualità che il mercato chiede al comparto agroalimentare in vista di manifestazioni tanto importanti quanto vantate come fiore all’occhiello quali Expo 2015”.
Fin qui i dipendenti. Per le organizzazioni sindacali del settore, gli allarmi non mancano. “È particolarmente preoccupante – dice Giovanni Locatelli della Fai Cisl di Bergamo – che l’Italia, con le necessità di rilancio di cui ha bisogno, con un imminente Expo dedicato all’alimentazione, riduca il proprio impegno verso un sistema che garantisce qualità e sicurezza nell’ambito di alcune importanti produzioni alimentari e che occupa personale altamente specializzato e qualificato”.