Ammortizzatori in deroga, nuove regole

Milano, 2.9.2014

Nella giornata di venerdì 1 agosto il ministero del Lavoro, d’intesa con quello dell’Economia, ha emanato il decreto interministeriale con il quale vengono ristabilite definitivamente le regole per l’accesso agli ammortizzatori in deroga per gli anni 2014 e 2015. Il decreto prevede diverse modifiche rispetto all’impostazione originale e già nota, tese a riconoscere la necessità di una adeguata fase transitoria tra l’attuale sistema della deroga e la futura riforma degli ammortizzatori.

Il decreto, di cui alleghiamo il testo, regola dal 1 settembre prossimo il proseguimento di questo ammortizzatore sulla base di questi principi:
– rimane accessibile la deroga a tutti i lavoratori subordinati (apprendisti e somministrati compresi) che abbiano almeno 12 mesi di anzianità lavorativa (8 mesi se stanno già ricorrendo ad ammortizzatori)
– accessibilità alla deroga solo per le imprese costituite (escludendo altri datori di lavoro quali studi professionali, onlus, ecc.)
– impossibilità di chiedere la cassa in deroga per cessazioni parziali o totali di attività, ma solo per fattori di crisi temporanea
– presentazione delle domande e degli accordi all’Inps e alle Regioni entro 20 gg. dalla partenza dello strumento
– possibilità di usufruire della cassa in deroga per un totale di 11 mesi per il 2014 e di 5 mesi per il 2015
– possibilità di usufruire della mobilità in deroga per un massimo di 7 mesi nel 2014 e di 6 nel nel 2015
– creazioni di un fondo di 55 mln a livello nazionale e di 70 mln per le Regioni per gestire situazioni aziendali in ulteriore deroga a questi criteri per il 2014

Contemporaneamente il ministero ha rifinanziato per ulteriori 678 milioni di euro le risorse per gli ammortizzatori in deroga per il 2014, permettendo quindi di superare il blocco nella ripartizione delle risorse alle Regioni e le incertezze che si erano determinate negli ultimi mesi. Dopo la destinazione di 800 milioni alla chiusura del 2013, il fondo per il 2014 torna ad essere cospicuo e pari a 1.720 milioni di euro. Ulteriori 400 milioni verranno immediatamente ripartiti alle Regioni.

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