Cinema e lavoro nel 2004

Milano, 25.7.2017

Nel complesso un anno con poche grandi opere che affrontano il tema specifico del lavoro, ma con interessanti film legati ai temi economici.

Dal punto di vista economico il 2004 si caratterizza per l’allargamento dell’Europa con l’entrata di 10 nuovi paesi mentre da noi vanno a compimento le vicende legate ad alcuni scandali finanziari come nel caso Cirio con l’arresto di Cragnotti.
Dal punto di vista cinematografico il pubblico premia i soliti cinepanettoni (Christmas in Love di Neri Parenti), un film molto discusso come La passione di Cristo di Mel Gibson, ma anche opere interessanti quali Il signore degli anelli – Il ritorno del re di Peter Jackson (che con 11 oscar pareggia il record di Ben Hur e Titanic) e Troy di Wolfgang Petersen. Il pubblico giovanile invece corre in massa a vedere la saga di Harry Potter con l’episodio Il prigioniero di Azkaban, regia del talentuoso Alfonso Cuarón, mentre si affermano due interessanti cartoon come Gli Incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi (regia di Brad Bird) e Shrek 2 diretto dal trio Andrew Adamson, Kelly Asbury, Conrad Vernon. Infine da segnalare per la prima volta un successo internazionale di un documentario come Fahrenheit 9/11 di Michael Moore che, costato 6 milioni di dollari, ne ha incassati più di 220.
Dal punto di vista della qualità, oltre a film di successo come Il signore degli anelli e Fahrenheit 9/11, sono da segnalare Le chiavi di casa di Gianni Amelio, Collateral di Michael Mann, Million Dollar Baby di Clint Eastwood ma anche film sulla mafia come Certi bambini dei fratelli Andrea ed Antonio Frazzi od un film sull’emigrazione come La sorgente del fiume di Théo Anghelopulos.

Passando ai temi dell’economia e del lavoro vediamo di operare il solito tour tra le produzioni più interessanti dell’anno.

locandina film Lei mi odiaDagli Stati Uniti arriva un musical proletario come Romance & Cigarettes di John Turturro sulle vicende di un operaio siderurgico che tradisce la moglie con una commessa. Un film provocatorio ma anche delicato con molte invenzioni registiche e comiche.
Altro film di discreto successo è stata l’opera di Martin Scorsese The Aviator sul magnate del ‘900 Howard Hughes, proprietario della compagnia aerea TWA e produttore di nuovi tipi di aereo, interpretato da Leonardo Di Caprio. Un film dove si parla anche della corruzione nelle forniture di guerra ma anche delle paranoie del protagonista con il denaro al primo posto.
Un piccolo quadro di una multinazionale farmaceutica licenziato dopo aver denunciato gli intrallazzi dell’azienda con relativo scandalo borsistico che si ricicla come fecondatore di donne lesbiche è alla base del discusso film di Spike Lee Lei mi odia. Un poco sconclusionata questa commedia agrodolce ma nella prima parte il racconto degli scandali finanziari dell’America di Bush ci riporta a vicende come quelle di Enron o Worldcom.

 

 

locandina film Un giorno senza messicaniI tracolli economici, soprattutto in campo agricolo, che nascerebbero qualora i messicani della California scomparissero è al centro dell’interessante, anche se non totalmente riuscito, Un giorno senza messicani di Sergio Arau. Una produzione Usa/Messico dove le contraddizioni del capitalismo ed i temi dell’immigrazione sono in primo piano.
Altra produzione comune questa volta con la partecipazione di Cuba oltre che del Messico è I diari della motocicletta di Walter Salles sul giovane Ernesto Guevara in viaggio, insieme ad un amico, alla scoperta dell’America Latina con la denuncia dello sfruttamento degli indios e della mai risolta questione agraria,
Infine da segnalare tra la produzione Usa The Manchurian Candidate di Jonathan Demme che affronta il tema dell’influenza delle multinazionali nelle elezioni americane e come l’economia abbia prevalso sulla politica.

 

locandina film The TakePassiamo in Canada per segnalare il documentario The Take – La presa per la regia di Avi Lewis, giornalista compagno di Naomi Klein che racconta del disastro economico argentino e degli effetti sociali dello stesso tra il 2001 e il 2002. Lo fa raccontando la vicenda Forja, fabbrica abbandonata che trenta operai senza lavoro occupano e fanno ripartire.

Dall’Argentina arriva invece un film sulla solidarietà comunitaria come El abrazo partido – L’abbraccio perduto di Daniel Burman. Si tratta di una produzione che vede anche la partecipazione italiana, francese e spagnola e che racconta la vita nella galleria commerciale nel quartiere ebraico di El Once a Buenos Aires e quindi anche dell’emigrazione in Argentina non solo ebraica ma anche italiana, indiana e coreana che si integra in modo vivace.

Passiamo in Russia per segnalare Mars – Dove Nascono i sogni di Anna Melikyan. La Mars del titolo è una città della Crimea, dove esiste una fabbrica di peluche che dà lavoro agli abitanti e dove vi capita il nostro protagonista, un famoso pugile, che scombussolerà la vita ad alcuni di loro. Il film rimanda ad una poetica che si rifà a Kaurismaki raccontando come i lavoratori sono pagati in natura con i pelouches e tocca a loro riuscire a rivenderli.

Eccoci ora in Inghilterra da dove arriva Milions, una commedia di Danny Boyle che racconta di una valigia lanciata da un treno contenente quasi 300.000 sterline e raccolta da due fratellini con il padre operaio e vedovo. Ma tra pochi giorni la sterlina sarà commutata in euro….. Una utile riflessione sul denaro.

Dalla Spagna arriva un thriller anomalo: L’uomo senza sonno diretto da Brad Anderson e girato interamente in una fabbrica che racconta di un operaio meccanico che, a causa dell’insonnia che dura da un anno, si trova in situazione di semi-incoscienza mentre accadono avvenimenti piuttosto anomali che lo porta alla paranoia..

Ed eccoci in Italia dove si afferma un bel film di Francesca Comencini, dal titolo Mi piace lavorare (Mobbing). E’ la storia di una segretaria non sindacalizzata vittima di mobbing e costretta a licenziarsi. Un film ben ambientato nei luoghi di lavoro anche per la ricerca sociologica che sta alle spalle della sceneggiatura. Un film che entra in merito a temi quali le fusioni che modificano il management con cambiamenti radicali del lavoro e dove il concetto di padrone viene sostituito da una sorta di grande fratello che punta esclusivamente al profitto.
Un impressionante cumulo di disgrazie che colpiscono Vincenzo, giovane povero e disoccupato napoletano è invece al centro di Vento di terra di Vincenzo Marra.
Paolo Sorrentino invece ci racconta della vita di un riciclatore di denaro proveniente dalle attività mafiose in Le conseguenze dell’amore interpretato da un eccellente Toni Servillo.
Eugenio Cappuccio con la commedia Volevo solo dormirle addosso si occupa di un “tagliatore di teste”, un manager che si occupa di selezionare per una multinazionale le persone alle quali strappare il consenso per le dimissioni. Se ci riuscirà avrà un buon aumento di stipendio ma dovrà sacrificare amicizie ed entrare in conflitto con se stesso.
Di lavoro parla anche Lavorare con lentezza di Guido Chiesa anche se in questo caso si tratta di quello che hanno rimediato due proletari impegnati nello scavare un tunnel per rapinare una banca. Il film è l’occasione per ricordare Radio Alice ed il movimento bolognese degli anni ’70.
Un lavoro particolare, presso il museo del cinema di Torino, è quello che impegna il protagonista de Dopo mezzanotte, bel film girato con pochi mezzi da Davide Ferrario mentre Corso Salani inserisce il contrasto tra lavoro ed ecologia nel film Palabras. Si tratta della storia che vede al centro il conflitto tra un ingegnere occupato in una multinazionale che lavora sulle Ande per impiantare una diga ed una geologa spagnola ambientalista.
Anche il gioco entra nelle produzioni dell’anno con La rivincita di Natale di Pupi Avati (che non si esime dall’affrontare temi legati al denaro) ed in Mitraglia e il Verme dove Daniele Segre racconta dei rapporti tra un giocatore ed il suo creditore nell’ambito dei mercati ortofrutticoli, dei quali racconta contrattazioni e strozzinaggio.
Infine di una fabbrica particolare parla Il servo ungherese di Massimo Piesco e Giorgio Molteni ambientato in Germania nel 1943. Di fatto la fabbrica nasconde un piccolo lager, luogo di sterminio di pochi prigionieri, affrontando in modo insolito il tema della shoah.