Come eravamo

Milano, 20.2.2014
 
Regia  Sydney  Pollack   Soggetto Arthur  Laurents  Sceneggiatura David  Rayfiel , Arthur  Laurents    Fotografia  Harry  Stradling    Musiche Marvin  Hamlisch  Montaggio Margaret  Hamlisch, John F.  Burnett     Scenografia Stephen B.  Grimes  Costumi Dorothy  Jeakins, Moss  Mabry    Interpreti  Barbra  Streisand , Robert  Redford ,  Bradford  Dillman ,  Lois  Chiles, Patrick  O’Neal, Herb  Edelman, Diana  Ewing, Murray  Hamilton, Marcia Mae, Sally  Kirkland, Allyn Ann  McLerie, Viveca  Lindfors Produzione Ray Stark, Sidney Pollack per Columbia Pictures Corporation – Rastar Productions Durata 120 min
 
La vicenda del film si svolge al tempo dell’ultima presidenza di Roosvelt, negli Stati Uniti. Non sono tuttavia i fatti che interessano ma la psicologia dei due protagonisti: Katie, una giovane propagandista, convinta delle sue idee politiche, all’inizio del film in favore del comunismo e alla fine contro la bomba atomica; Hubbel, un giovane americano, benestante, che si è arruolato in marina ed è uno scrittore promettente, sicuro del successo, anche per gli incoraggiamenti di Katie. I due giovani, che si sono innamorati, convivono insieme, hanno una bambina e poi… si separano, avendo riconosciuto la loro incompatibilità psicologica.
 
 
La tensione verso un mondo migliore ed i limiti imposti dall’innamoramento sono i temi di un film dalla storia travagliata che vide il progetto originale della durata di oltre 3 ore ridotto di un terzo. Rimane comunque uno dei film dove gli avvenimenti politici, riletti da un abile regfista, sono altrettanto importanti quanto la vicenda sentimentale.
 
LA CRITICA
 
“L’acuta analisi del regista si sofferma sulla mancata fusione dei protagonisti. Lo studio più interessante è quello della psicologia femminile di Katie: la donna è convinta dei suoi ideali, ai quali non rinuncia mai, e vuole essere se stessa sino in fondo, anche se per amore di Hubbel cerca di assumere un certo stile di vita, più adatto all’ambiente che frequenta il suo amico. A Hubbel interessa di più il successo e se accetta qualche idea di Katie, lo fa più per amore della donna che per convinzione. Lo sfondo sociale è una società del benessere che vive una vita facile, superficiale, disimpegnata, in un sistema capitalistico ove si sbandiera ovunque la libertà salvo a soffocarla con efficaci mezzi politici e legali, quando urta la classe al potere.” (Segnalazioni cinematografiche, vol. 77, 1974)
 
Dal romanzo di Arthur Laurents: l’itinerario di una coppia attraverso quindici anni di storia americana dal 1937 ai primi anni ’50: guerra di Spagna, Pearl Harbor, la morte di Roosevelt, la “caccia alle streghe” anticomunista e, nel breve epilogo, la campagna contro le armi nucleari. Un film americano che ha per protagonista una comunista e dove si parla esplicitamente dei Dieci di Hollywood. Non sempre le intenzioni della sceneggiatura (dello stesso A. Laurents) coincidono con quelle del regista: squilibri, prolissità, stridori. Caso raro di un film hollywoodiano dove i problemi di una coppia hanno una radice politica. Due Oscar: musiche di Marvin Hamlisch e canzone (del titolo). Difficile alchimia tra R. Redford e B. Streisand: lui sembra che non reciti, lei recita troppo.(M. Morandini)
 

 

Barbra Streisand e Robert Redford, una sfida tra amore e politica. Il tempo ha scavato rughe profonde in Come eravamo, ciò nonostante si deve al carisma di Barbra Streisand e alla memorabile canzone guida scritta da Marvin Hamlisch e dai coniugi Bergman se questo film resta ancorato nella memoria del grande pubblico. Diretto da Sydney Pollack, Come eravamo rivelava – sin dal titolo – la chiara intenzione di rappresentare, attraverso la storia di una coppia di giovani americani, l’esistenza di una generazione contesa tra i sogni dell’impegno politico e quelli della ricerca di un benessere faticosamente riottenuto dopo una profonda crisi economica. Siamo nella seconda metà degli anni trenta e l’America guarda con disgustato distacco al sorgere delle dittature europee. La Guerra civile spagnola incombe con i suoi morti e per l’energica attivista comunista Katie Morosky (Barbra Streisand) le cose sembrano chiare come il sole: Hitler e Mussolini minacciano il mondo e l’Unione Sovietica è la luce della pace. La verità del gulag è ancora lontana e, in quell’America ottimista e benestante, ci si illude che non ci sia troppa differenza tra Roosevelt e Stalin. Con un po’ più di cinismo e di sano distacco vive invece l’atletico Hubbell Gardiner (Robert Redford): perché condizionare tutta la propria vita con la politica? Ad unirli, solo l’amore per la scrittura. Così diversi e magicamente attratti, i due vivranno un’intensa storia d’amore. Hubbell venderà le proprie storie ad Hollywood e questo – unito al fatto che nella Mecca del cinema sono tempi di maccartismo – creerà una frattura con Katie, per nulla disposta a scendere a compromessi. La Streisand si butta anima e corpo in una storia fatta su misura per lei, e anche la scelta di Robert Redford (fino all’ultimo titubante, tanto che si pensava di dare la parte a Ryan O’Neal) si rivela azzeccata (Dvd.it)