Covid-19, Cisl Lombardia: fare rete per contrastare l’emergenza infanzia

Bambini e bambine rischiano di pagare a caro prezzo gli effetti sociali della pandemia

Milano, 3.2.2021

Il mondo dell’infanzia rischia di pagare un alto prezzo a causa della pandemia. Gli effetti negativi dell’emergenza sanitaria sulla riorganizzazione dei servizi e dell’accesso agli stessi devono essere contrastati e l’azione sindacale può giocare un ruolo decisivo, rilanciando il confronto con le istituzioni e con le aziende, in particolare contrattando interventi di welfare aziendale. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro dei Coordinamenti Welfare e Donne della Cisl Lombardia sul tema “Emergenza infanzia: essere bambine e bambini in tempo di pandemia”. “Oggi più che mai è necessario lavorare per fare rete: sindacati, istituzioni, associazioni – ha sottolineato Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia, introducendo l’incontro -. Da tempo sollecitiamo la regione affinché sostenga la domanda di servizi per l’infanzia da parte delle famiglie concorrendo al costo sostenuto dalle stesse per l’iscrizione e la frequenza. Sui nidi, in particolare, abbiamo presentato proposte legate all’utilizzo dei fondi europei Fse e Fesr, chiedendo di rivedere la misura dei Nidi gratis rifinanziandola. Per le scuole dell’infanzia, invece, abbiamo chiesto un sostegno dedicato alle famiglie, affinché siano agevolate e possano iscrivere i bambini”. “Questo verrebbe anche a rispondere all’esigenza di contrastare le disuguaglianze ed i rischi di povertà minorile – ha aggiunto – una forma deprecabile di fragilità che passando dai genitori ai figli rischia di compromettere la crescita e lo sviluppo futuro. Analogamente occorre contrastare l’abbandono e la dispersione scolastica”.

In Lombardia, dati Istat, risiedono poco meno di 500.000 bambine e bambini da 0 a 6 anni; oltre 228mila sono nella fascia di età tra 0 e 2 anni e oltre 254 mila quelli nell’età della scuola dell’infanzia. Il rapporto tra la dotazione di posti di asilo nido pubblici e privati ed il numero dei bambini di età inferiore ai 3 anni a fine 2017 era del 26.5%. Una percentuale ancora lontana dall’obiettivo europeo del 33%.

“L’aumento della povertà educativa come conseguenza della crisi legata al Covid-19 rischia concretamente di tradursi nella perdita di apprendimenti e competenze educative, nell’incremento della dispersione scolastica così come del numero di giovani tagliati fuori da percorsi di studio, di formazione o lavorativi, tutti fenomeni già ben presenti prima dell’arrivo del virus – ha sottolineato Valentina Polizzi, referente regionale per la Lombardia di Save the Children -. Basti pensare alla possibilità di frequentare un asilo nido o un servizio per la prima infanzia, che in Lombardia resta un privilegio per pochi: nell’anno scolastico 2018/2019 solo il 14,7% dei bambini aveva accesso a servizi pubblici offerti dai Comuni”. Un dato migliore della media nazionale del 13,2%, ma comunque preoccupante. Nel corso dell’incontro Polizzi ha presentato l’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, la cui ultima edizione è dedicata in particolare alle problematiche delle bambine.
“Gli effetti della pandemia sul futuro dei minori rischiano di essere ancor più pesanti sulle bambine e sulle ragazze – ha sottolineato Polizzi – , che già scontano in prima persona un gap con i coetanei maschi che affonda le proprie radici proprio nell’infanzia. Un divario di genere, alimentato da diseguaglianze sistematiche e ampiamente diffuse nel nostro Paese, che non accenna a ridursi, nonostante bambine e ragazze siano più brave dei loro coetanei a scuola, abbiano meno bocciature e abbandoni scolastici, si mostrino più resilienti e cooperative, abbiano competenze maggiori in lettura e in italiano e arrivino a laurearsi molto più dei ragazzi”.
Un divario che, come ha sottolineato la responsabile regionale del Coordinamento Donne Cisl, Angela Alberti, in età adulta si trasferisce all’ambito lavorativo e familiare. “A causa della pandemia migliaia di donne ha perso il posto di lavoro negli ultimi mesi – ha detto Alberti -. Il tema dell’occupazione femminile sta emergendo in maniera drammatica. La pandemia deve essere un’occasione per ripensare il nostro modello di sviluppo che oggi penalizza in misura drammatica le donne, riequilibrando tempi di vita e di lavoro”.

Ha concluso l’incontro il segretario confederale Cisl, Angelo Colombini, che ha indicato tre temi attuali e strategici per il futuro: digitalizzazione, sostenibilità, responsabilità sui 17 obiettivi dell’Onu.
“Il 33% dei nostri ragazzi non ha avuto gli strumenti tecnologici per interagire con la scuola e seguire la Dad – ha ricordato Colombini -. Nel nostro Paese la digitalizzazione è ancora una cosa per i ricchi e su questo dobbiamo potenziare l’attenzione. La tecnologia è importante se viene messa al servizio di tutti. Altrettanto trasversale e inclusiva deve essere la sostenibilità, che significa investimenti sulla scuola rilanciando percorsi formativi che ne tengano conto”.


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