Croce rossa, allarme Cisl Funzione pubblica Lombardia: a rischio efficienza del servizio

Milano, 24.4.2014
 
“La politica regionale non può fare finta di niente: con la crisi della Croce Rossa si aprono buchi pericolosi nella rete di gestione delle emergenze in Lombardia”. Lo afferma Antonio Tira, segretario generale della Cisl Funzione Pubblica Lombardia, dopo che il presidente di Cri Lombardia ha rifiutato di sottoscrivere un protocollo di indirizzo congiunto proposto dalle organizzazioni sindacali. “Il nostro obiettivo – sottolinea Angeli Tira – era ed è uno soltanto: impedire che nel caos della privatizzazione della Croce Rossa e della guerra dei ricorsi giudiziari ci vada di mezzo l’efficienza del servizio delle urgenze e delle convenzioni e si inneschi una grave crisi occupazionale”. Per capire cosa sta accadendo è necessario ricordare che nel 2012, con il decreto legislativo n.178, il governo ha previsto la divisione della Croce Rossa in due realtà: un ente pubblico operativo fino al 31 dicembre 2015 per la liquidazione della gestione ed un ente privato a far data dal 1 gennaio 2014 a cui trasferire il patrimonio e le convenzioni con i 118 regionali. La complessità dell’operazione portò il governo Letta nel 2013 a far slittare di un anno le scadenze. Con una controversa interpretazione della decisione, la Croce Rossa ha comunque avviato la trasformazione dei comitati locali e provinciali, in Aps, ma lo scorso 7 aprile il Tar del Lazio ha sospeso l’iter della privatizzazione. “In questa situazione di totale confusione – spiega Antonio Tira – è evidente che la forzatura operata dai comitati locali e provinciali mette a rischio la titolarità e dunque l’efficacia delle convenzioni stipulate. Ma c’è di più, perché la Croce Rossa sta intervenendo sui quasi 900 lavoratori operanti in Lombardia (di cui circa 650 a contratto di lavoro determinato) per imporre, nel passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento, nuove forme di contratto largamente peggiorative rispetto al passato, senza clausole di garanzia relative agli aspetti economici, normativi ed occupazionali”. Da qui la proposta fatta dai sindacati alla presidenza di Cri Lombardia di intervenire con un protocollo di indirizzo regionale condiviso, proposta che è rimasta purtroppo lettera morta. “Il confronto però – conclude il segretario generale della Cisl Funzione Pubblica Lombardia – non è più rinviabile e deve ricomprendere la discussione sul ruolo del volontariato in Lombardia che è sicuramente una risorsa straordinaria, ma che deve intervenire ad integrazione e non in sostituzione del personale dipendente, e che non può essere utilizzato come minaccia per un gioco al ribasso dei contratti, dei salari e delle tutele dei lavoratori”. “Anche questo porteremo in piazza il prossimo 9 maggio nella manifestazione nazionale a Roma – ricorda – . Nel frattempo chiediamo alla Regione l’assunzione di responsabilità che in questa fase risulta essere assolutamente necessaria”.