Euronote ottobre 2023 | Clima: l’Ue deve ridurre le emissioni

Buoni progressi ma non sufficienti per raggiungere l’obiettivo 2030 del 55%

Se intende raggiungere gli obiettivi climatici prefissati l’Ue deve ridurre le sue emissioni molto più rapidamente di come sta facendo. È quanto emerge dai dati contenuti in due rapporti resi noti negli ultimi giorni. Il cambiamento climatico, infatti, è già in atto, come dimostrano inondazioni, siccità, ondate di caldo e altri rischi legati al clima che stanno diventando sempre più intensi, più lunghi e più frequenti. Nell’ultimo decennio, le temperature superficiali europee sono state oltre 2°C più calde rispetto ai livelli preindustriali, mentre l’estate appena trascorsa è stata la più calda mai registrata a livello globale e la quinta più calda per l’Europa. D’altro canto, ogni tonnellata di gas serra risparmiata contribuisce a mitigare le conseguenze del cambiamento climatico e l’Ue è impegnata a intensificare gli sforzi nel percorso verso la neutralità climatica. Ma non basta.

L’Agenzia europea dell’ambiente (European Environment Agency – Eea) ha pubblicato un nuovo Rapporto in cui esplora le tendenze storiche, i progressi recenti e le proiezioni sulla mitigazione dei cambiamenti climatici attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra, i guadagni di energia rinnovabile e il miglioramento dell’efficienza energetica. Negli ultimi decenni, osserva l’Eea, l’Ue ha effettivamente ridotto le proprie emissioni nette di gas serra di quasi un terzo, favorendo al tempo stesso la prosperità economica, ma le attuali politiche ridurranno le emissioni solo del 43% nel 2030, quota che sale al 48% se si includono le iniziative già pianificate ma non ancora messe in atto, lasciando comunque un deficit rispetto al 55% di riduzioni previsto dall’Ue nella sua azione per il clima.

Una situazione a luci ed ombre confermata anche dalla Relazione sullo stato dell’Unione dell’energia 2023, pubblicata il 24 ottobre dalla Commissione europea, secondo cui nel 2022 il 39% dell’energia elettrica è stato generato da fonti rinnovabili e lo scorso maggio eolico e solare hanno superato il fossile per la prima volta nella produzione di energia elettrica dell’Ue. Intanto le emissioni di gas a effetto serra continuano a scendere ogni anno, «ma il ritmo deve aumentare, e quasi triplicare le riduzioni annuali per arrivare ai traguardi fissati per il 2030» sostiene la Commissione, impegnandosi a collaborare con gli Stati membri per riuscire a ridurre gradualmente le sovvenzioni ai combustibili fossili, «che sono tuttora un grosso ostacolo alla transizione verso l’energia pulita e un freno agli obiettivi climatici».

Aumentare il ritmo nella riduzione delle emissioni

La Commissione europea ritiene che l’Ue, per raggiungere i suoi obiettivi climatici, debba ridurre le proprie emissioni di gas serra quasi tre volte più rapidamente di quanto fatto negli ultimi dieci anni. Nella Relazione sullo stato dell’Unione dell’energia sono elencati alcuni risultati ottenuti. Ad esempio le emissioni nette di gas a effetto serra dell’Ue sono diminuite di circa il 3% nel 2022, raggiungendo una riduzione del 32,5% rispetto ai livelli del 1990. Inoltre, l’Ue ha ridotto la dipendenza dai combustibili fossili russi, con un’eliminazione graduale delle importazioni di carbone, una riduzione del 90% delle importazioni di petrolio e una riduzione delle importazioni di gas da 155 miliardi di metri cubi nel 2021 a circa 80 miliardi nel 2022 fino a 40-45 miliardi nel 2023. Complessivamente l’Ue ha ridotto la domanda di gas di oltre il 18% rispetto ai cinque anni precedenti, risparmiando circa 53 miliardi di metri cubi di gas. Contemporaneamente sono stati concordati obiettivi legislativi per una quota minima del 42,5% di energia rinnovabile entro il 2030, con l’ambizione di raggiungere il 45%.

Tuttavia, sostiene la Commissione, «occorre accelerare sensibilmente il passo», perché «con un aumento medio annuo di 0,67 punti percentuali dal 2010, il nuovo obiettivo del 42,5% richiederà una crescita molto più rapida nei prossimi anni. Le emissioni di gas a effetto serra continuano a scendere ogni anno, ma il ritmo deve aumentare, e quasi triplicare le riduzioni annuali per arrivare ai traguardi fissati per il 2030». Secondo il commissario europeo per il Clima, Wopke Hoekstra, sono necessari maggiori sforzi soprattutto nei settori dell’edilizia, dei trasporti e dell’agricoltura.

Serve un forte cambiamento nella transizione climatica

Il Rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente conferma gli «evidenti progressi» compiuti dall’Ue nella riduzione delle emissioni di gas serra, nella promozione delle energie rinnovabili e nel miglioramento dell’efficienza energetica, ma questi «rappresentano solo l’inizio di una necessaria accelerazione verso il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, come previsto dalla Legge europea sul clima». Per raggiungere questi obiettivi, afferma l’Eea, «il ritmo delle riduzioni assolute annuali delle emissioni di gas serra deve più che raddoppiare rispetto ai progressi annuali osservati dal 2005», mentre «per quanto riguarda il consumo energetico e la quota di energia rinnovabile, gli sforzi annuali devono accelerare ancora più rapidamente». Quindi, sostiene l’Agenzia, «confrontando i progressi compiuti fino a questo punto con gli sforzi annuali necessari verso il 2030, è evidente che un cambiamento trasformativo diventerà imperativo».

Gli ultimi contributi presentati dagli Stati membri nel 2023 riportavano oltre 3.000 politiche e misure in materia di emissioni di gas serra che «insieme ci avvicineranno alla neutralità climatica» osserva l’Eea, secondo cui è però «necessario avviarne e lanciarne altre».

Gli impatti dei cambiamenti climatici stanno infatti diventando sempre più evidenti, tuttavia esiste un’opportunità attiva per mitigare questo impatto, sostiene l’Agenzia europea: «Ogni tonnellata di CO2 non emessa contribuisce a limitare le conseguenze del cambiamento climatico. Negli ultimi decenni sono state gettate le basi per una mitigazione continua. Ora, la sfida cruciale è realizzare un cambiamento esponenziale nella transizione climatica nei prossimi anni. Se questa tendenza, già evidente in tecnologie specifiche, diventasse mainstream in tutti i settori della società, si aprirebbe la strada verso la neutralità climatica».