Fiera 2015, Domaneschi: sperimentiamo nei territori un nuovo modello contrattuale

Milano, 10.6.2015
 
“Dobbiamo riformare il modello contrattuale avendo due livelli, uno nazionale e uno decentrato, non più aggiuntivi e complementari, ma integrativi – ha proposto Domaneschi -. Quindi un contratto nazionale sempre più cornice forte di riferimento, con dentro garanzie per tutti anche di salario minimo senza interventi di legge, e poi un sistema di contrattazione aziendale e territoriale capace di generare maggiori tutele salariali,  conciliazione, flessibilità, produttività, che diventi il fulcro e l’opportunità di sperimentare e rispondere ai bisogni delle esigenze dei lavoratori. Proviamo a sperimentare questo modello in 15-20 territori, se vogliamo portare avanti l’obiettivo di sviluppare la contrattazione decentrata. Se non lo facciamo rischiamo di subire questa fase di cambiamento, perché altri faranno scelte diverse”. Così Osvaldo Domaneschi, segretario generale Cosl Lombardia, introducendo i lavori della tavola rotonda che ha animato il pomeriggio, della 5a Fiera della contrattazione della Cisl lombarda. A confrontarsi, pungolati dalle domande di Costantino Corbari, i tre segretari confederali Cgil. Cisl, Uil, Franco Martini, Gigi Petteni e Tiziana Bocchi. “Prima condizione per rendere efficace la contrattazione è che l’economia riprenda a crescere, a produrre ricchezza, che deve essere redistribuita – ha detto Martini – quale che sia il modello contrattuale, se il motore non torna a correre non avremo nulla da contrattare”. Gigi Petteni ha rilanciato con forza la necessità di fare uno sforzo comune per “arrivare a una sintesi condivisa sulla riforma del modello contrattuale”. “Ormai al Cnel sono censiti 721 contratti nazionali  – ha detto -. Dobbiamo affrontare  un confronto serio e costruttivo sul tema dei contratti, così come abbiamo fatto sulla rappresentanza, cercando di fare sintesi”. “Possiamo rendere la contrattazione una dinamica che aiuti a lanciare la ripresa – ha aggiunto -, per svolgere un ruolo propositivo di intercettare segnali di cambiamento e diventare soggetto che contribuisce ad aumentare la produttività e a redistribuirla al meglio”.