Milano, 2.7.2019
Arantxa Echevarria è una regista basca che con il suo primo film Carmen y Lola ha vinto il Goya (l’oscar spagnolo) per la miglior opera prima. Il film racconta dell’amore tra due donne gitane in una comunità vicino a Madrid dove secondo tradizione dovrebbero essere destinate, fin da giovanissime, al matrimonio. Il racconto della vita della comunità (vendita dei prodotti, scuola che viene disertata a favore del lavoro, feste sfarzose pur in una realtà relativamente povera, ecc.) caratterizza l’opera che si concentra sulla figura di Carmen che sogna di fare la parrucchiera ma è già concessa in sposa con tanto di festa di fidanzamento. La nostra eroina poi conosce la timida Lola, che invece vorrebbe studiare per sfuggire ad un destino già preordinato. Inoltre Lola è attratta dalle persone dello stesso sesso e nasce così la loro amicizia fin troppo esplicita. Viene così rotto il fidanzamento ed il rapporto con la famiglia che non accetta il disonore della loro relazione. Ecco quindi un film, distribuito in poche sale, che sa raccontare un mondo spesso messo all’indice, ma di fatto sconosciuto ai più, oltre a ritrarre l’amore tra due ragazze con realismo. Un film che non giudica, servito da una buona fotografia e da una recitazione spontanea. Un’opera che merita di essere vista in quanto metafora della libertà di scelta di vita partendo dalla difficile strada che intraprende chi è alle prese con scelte sessuali negate dalla comunità