I nuovi bisogni dei metalmeccanici

Nella mattinata di martedì si è svolto il webinar di confronto e presentazione dei dati della ricerca “White&Blue Collars”, dedicata agli impiegati, impiegate, quadri e nuove e alte professionalità del settore metalmeccanico in Lombardia, condotta dalla FIM Cisl Lombardia e da BiblioLavoro.

Dopo l’introduzione di Roberta Roncone, componente della Segreteria della FIM Lombardia, Francesco Girolimetto, direttore di BiblioLavoro ha presentato i principali risultati del questionario, che ha raggiunto un totale di più di 1.600 risposte complete.

Tra i temi affrontati la soddisfazione del proprio lavoro, la possibilità di introduzione della settimana corta, lo smart working, il gender gap, i bisogni formativi degli intervistati e il bisogno di welfare

A seguire la tavola rotonda, moderata da Rita Querzè, giornalista del Corriere della Sera e introdotta da Roberta Roncone, la quale ha voluto focalizzare l’attenzione su “tre highlights emersi dai dati dell’indagine: l’introduzione di una nuova concezione più aggiornata di conciliazione vita-lavoro, che comprende il saper equilibrare il proprio lavoro pratico con le proprie passioni, la vita privata, e il benessere inteso come salute mentale e fisica; la possibilità, all’interno del proprio percorso di vita professionale, di cambiare posizione aziendale in un’ottica di produttività; e infine il tema della parità di genere”

Alcuni passaggi della tavola rotonda vanno nelle seguenti direzioni:

Riccardo Marzoli, HR Leader Cassinetta Whirlpool Corporation:”I giovani oggi cercano più che la remunerazione, la soddisfazione e la crescita personale e il datore di lavoro deve tenere in considerazione queste leve, soprattutto per 3 motivazioni: avere le persone soddisfatte del proprio lavoro, tenere le persone all’interno dell’azienda e attrarre nuovi lavoratori”;

Angelo Ghidoni, HR Senior Director Oracle Italy:”Per i più giovani il fatto di lavorare in un’azienda che sia attenta a particolari temi, come ad esempio quelli ambientali o sociali, sta diventando sempre più importante. Un altro aspetto che dobbiamo affrontare è il tenere in conto i bisogni di più generazioni diverse: all’interno delle aziende ci sono i giovani che si affacciano dall’università al mondo del lavoro, ci sono i quarantenni, i cinquantenni, anche dei sessantenni, risorse con necessità diverse, dalla struttura dei benefit a quella del work-life balance”.

Valeria Zampieri, Executive Director Isola dei Tesori: “I giovani hanno ancora voglia di lavorare, ma in un modo diverso: il grande motore dell’attività lavorativa è il desiderio, il fatto di volersi sentire riconosciuti, valorizzati e questo si interseca con il bisogno di formazione. La differenza in questo momento la fanno gli HR, hanno la possibilità di incidere in un contesto che cambia e che continuerà a cambiare”.

Massimiliano Colombi, Sociologo di Nomisma: “Una delle frontiere dell’innovazione è il benessere delle persone. Il questionario è un invito ad incontrare le donne e gli uomini nella realtà, in quanto le persone chiedono sempre più di coniugare la dimensione organizzativa con quella soggettiva.

Vorrei introdurre una parola: senso.

Il benessere ha a che fare con il senso: ‘che cosa c’entro io nell’organizzazione, nella società, con le mie passioni?’.

C’è una parola ricorrente in CISL che è partecipazione: il benessere organizzativo è ‘co-costruito’ da più protagonisti, all’interno nella vita quotidiana”.

Al termine le conclusioni di Mirko Dolzadelli, Segretario Generale FIM Lombardia:

“Quando abbiamo pensato a questo progetto, ci siamo posti la domanda ‘come il nostro sindacato può svolgere la sua azione di rappresentanza nell’epoca delle transizioni green, digitale e demografica?’. Dentro a questo cambiamento, nel quale la pandemia è stata accentuatrice di grandi bisogni e fragilità, ci siamo posti di dotare la nostra rappresentanza di una visione nuova, di interpretazione di un nuovo mosaico fatto di tantissime tessere, in quanto il nostro settore è composto da tantissimi percorsi professionali diversi e da una presenza intergenerazionale molto forte.

In questo processo abbiamo la necessità da una parte di cogliere sempre di più i bisogni di carattere soggettivo e dall’altra di continuare con lo strumento di contrattazione partecipativa, soprattutto all’interno dei territori e dei luoghi di lavoro.

Credo che questa mattina si apra un bel percorso, fatto da tante voci, testimonianze e attenzioni. Speriamo di aver raggiunto l’obiettivo di stimolare una coscienza e invogliare a partecipare al percorso”.