Intervento di Fabio Nava al Consiglio Generale CISL Confederale

Ieri, giovedì 27 luglio 2023, si è svolto a Roma il Consiglio Generale della CISL Confederale, con la presenza del Segretario Generale CISL Lombardia Ugo Duci, dei Segretari Regionali lombardi Fabio Nava, Enzo Mesagna e Roberta Vaia, del Segretario Generale CISL Milano Metropoli Carlo Gerla, del Segretario Generale FNP CISL Lombardia Osvaldo Domaneschi, del Segretario Generale CISL Bergamo Francesco Corna, del Segretario Generale CISL dei Laghi Daniele Magon e del Segretario Generale CISL Sondrio Davide Fumagalli

Di seguito, alcuni estratti dell’intervento del Segretario Regionale CISL Lombardia Fabio Nava:

“La CISL Lombardia condivide e fa propria integralmente la relazione del nostro Segretario Generale; ciò doverosamente premesso e stante il tempo a disposizione, vorrei concentrare il mio intervento di oggi sull’Assemblea organizzativa, condividendo alcune osservazioni di merito e di metodo.

A proposito di metodo, mi preme sottolineare come le tracce di discussione sottoposte alla nostra attenzione siano state elaborate in modo costruttivo e partecipato dal gruppo di lavoro incaricato e come tale approccio di lavoro abbia rappresentato una modalità innovativa e concreta di affrontare le tematiche assegnate e pertanto da utilizzare anche in futuro.

Le cinque macro-aree di lavoro proposte alla riflessione, così come i suggerimenti e le azioni da adottare raccolte dalle osservazioni dei componenti del gruppo di lavoro, rappresentano un efficace tentativo di fare emergere e valorizzare le competenze e i pensieri già presenti nell’organizzazione, rispetto a studi, elaborati di base accademica o di professionisti esterni che, per quanto utili e ben confezionati, spesso hanno il difetto di non avere una piena e reale fotografia del ‘sentiment’ CISL.

Vorrei richiamare ora la vostra attenzione sull’importanza delle parole utilizzate in premessa alle tracce, che cito testualmente: ‘sono i valori e gli obiettivi della vita associativa a determinare le scelte organizzative e l’impiego delle risorse; sono però quest’ultime che consentono di distinguere una strategia razionale da un insieme di meri desideri’, e ancora ‘perché tra l’ambito politico strategico e quello organizzativo ci sono forti legami’ e – mi permetto di aggiungere – anche intrecci assolutamente inseparabili.

Ma la consapevolezza che il tempo non fa sconti a nessuno, ancor più in questa stagione di mutevoli cambiamenti dei mercati del lavoro e delle forme di sindacalizzazione non ci permette di stare fermi; saremmo travolti anche senza fare niente. Ne va del nostro ruolo, e in una certa misura della nostra stessa esistenza.

A tal proposito, trovo utile riprendere alcune riflessioni raccolte da uno scritto del 2017 intitolato ‘I sindacati, sentinelle sulle mura delle città del lavoro’, dove si affermava che la vita organizzativa di un sindacato ‘ha bisogno di artigiani  che non facciano riferimento a standard ripetitivi e uniformi, ma siano in grado di analizzare e affrontare efficacemente la fluida molteplicità delle situazioni e delle esigenze individuali, per rigenerare solide identità collettive’ e ancora come ‘il legame tra l’attualità ed il futuro sia intessuto nella trama delle responsabilità politico-organizzative e nelle dotazioni di strumenti d’azione che consentano di agire salvaguardando fini e valori di riferimento, valutando i possibili benefici,  ma anche i costi sostenibili’.

Sono questioni che ritengo ancora perfettamente attuali e che impegnano tutti noi a rispondere a due domande elementari quanto decisive: il sindacato è ancora utile alla vita dei lavoratori? La tessera sindacale ha ancora un valore di appartenenza etico-morale o si è trasformata in una sorta di bancomat per servizi in convenzione?

Per quanto riguarda il merito, 4 spunti veloci nell’innegabile binomio necessità/possibilità:

  • persone: se il capitale umano è il nostro vero ‘patrimonio’ occorre averne cura, partendo dai processi formativi e dalla trasparenza delle regole della democrazia interna, coltivando una classe dirigente che sappia unire alle indispensabili competenze tecniche una buona dose di ‘orgoglio di ruolo’ e di ‘umiltà personale’, perché se la formazione è fondata sulla costruzione di competenze distintive, quale somma delle conoscenze e delle capacità di agire, sono i comportamenti organizzativi che decidono il dove andiamo e come ci andiamo;
  • risorse economiche: ritengo sempre più indispensabile che ogni euro in entrata e in uscita non possa che essere, non solo rendicontato secondo normative fiscali e contabili, ma orientato e dedicato ad attività sindacali condivise dentro un alveo di nuova confederalità, seppur sempre rispettoso delle singole autonomie.
    Occorre pertanto riuscire ad interpretare il cambiamento, lavorando insieme per costruire un nuovo gruppo dirigente che consapevolmente decida di applicarsi con ‘responsabilità, accuratezza, parsimonia e indispensabile competenza’ nell’arte della ‘governance amministrativa’;
  • Enti, Associazioni e Servizi: è utile provare a sperimentare qualche contaminazione tra le varie anime presenti in CISL; operatori polivalenti tra i diversi servizi, operatori polivalenti tra Servizi e Federazioni, ma anche incaricando una task force confederale che si dedichi a possibili analisi incrociate dei tanti ‘data base’ CISL, sviluppando ricerche, indagini di mercato e soddisfazione, indicando nuovi servizi o campi d’azione di forte interesse da ampliare.
    I ‘data base’ sono, infatti, il secondo grande patrimonio di cui disponiamo, ma per una ragione o l’altra non riusciamo a sfruttarne l’enorme possibile potenziale;
  • proselitismo: c’è un grande interesse, da parte degli iscritti, ma più in generale dei lavoratori e pensionati, nel sapere di cosa si occupa veramente il sindacato, di come si possa entrare in contatto con lo stesso e di come poter interagire concretamente con le decisioni strategico-politiche che intraprende. È un terreno nuovo, sfidante, che merita di essere approfondito, ma per farlo occorre trovare ‘ancora prima di una sequenza di azioni ben fatte, nuovi modi e nuove abitudini nel pensare, nell’interpretare, nell’esprimere e soprattutto nel comunicare’

Proiettare la nostra Organizzazione verso un sindacato moderno e al passo con i tempi significa saper affiancare alle idee e ai valori propri della CISL un costante ascolto tra le diverse strutture, ma soprattutto con le persone che si rappresenta e si vuole rappresentare. Come CISL Lombardia intendiamo farlo, partendo proprio dalla nostra Assemblea Organizzativa, raccogliendo gli stimoli, gli spunti, i consigli ma anche le possibili critiche che usciranno e confrontandoli con quanto potrà emergere dalle assise di UST, di USR e di singole Federazioni.

Concludo citando Giulio Pastore che, nel fondare la CISL ‘segnava come compito prioritario il dialogo con i lavoratori lontani e disillusi’.
Mai come in questi tempi c’è bisogno di un sindacato che provi a farlo, e quel sindacato non può che essere, ancora una volta, la CISL

Per leggere la traccia completa dell’intervento del Segretario Organizzativo e Amministrativo USR CISL Lombardia Fabio Nava: