Milano, 27.2.2014
La crisi non allenta la sua morsa sulla Lombardia. Nonostante qualche timido segnale di ripresa, gli effetti della recessione sull’occupazione sono ancora drammatici. A febbraio sono stati 3.300 i licenziamenti collettivi, ben 1.112 in più rispetto al mese precedente (+51%). Si registra un incremento anche rispetto al corrispondente mese del 2013, quando le iscrizioni alle liste di mobilità erano state 2862 (+15%). “E’ evidente che i lavoratori lombardi non stanno affatto beneficiando dei lievi segnali positivi – sottolinea Gigi Petteni, segretario generale Cisl Lombardia -. Bisogna intervenire al più presto per creare occasioni di occupazione, a partire dalle opportunità offerte da Expo 2015”. “Siamo convinti che i tempi per un Patto per il lavoro siano più che maturi – aggiunge -. I giovani disoccupati e i lavoratori colpiti dalla crisi hanno bisogno di vedere una via d’uscita dal tunnel della loro condizione, anche attraverso formule di flessibilità coniugate con opportunità di lavoro e sostegno formativo o incentivi per la ricollocazione”. Gli incrementi mensili del numero di lavoratori licenziati a febbraio riguardano quasi tutto il territorio lombardo, le uniche due province che registrano un decremento rispetto a gennaio sono quelle di Monza-Brianza e di Sondrio. Gli incrementi più significativi interessano Milano: +65%; Bergamo: +39%; Como +161%; Lecco: +61%; Mantova: +693%;Pavia +145%; Varese: +65%. I dati riguardano i licenziamenti collettivi, più soggetti a rapidi incrementi o decrementi in relazione alle dimensioni delle aziende di volta in volta coinvolte. Si può dedurre che un numero crescente di aziende stia ultimando il ricorso alla cassa integrazione straordinaria e proceda alla messa in mobilità.