Linee guida sulle mutilazioni genitali femminili e altre pratiche dannose

Milano, 31.1.2018

In vista della Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili (Mgf) del prossimo 6 febbraio e in linea con l’impegno Cisl, in collaborazione con il proprio Coordinamento nazionale Donne, attraverso la campagna di sensibilizzazione permanente “MGF – Mutilazioni Giunte alla Fine” , il Coordinamento Donne Cisl segnala che sul sito istituzionale del dipartimento per le Pari Opportunità presso la presidenza del Consiglio, sono pubblicate le “Linee guida per il riconoscimento precoce delle vittime di mutilazioni genitali femminili (MGF) o altre pratiche dannose”.

Il testo contiene utilissime informazioni sia sul fenomeno a livello mondiale sia in relazione alla diffusione nel nostro Paese che, lo ricordiamo, si è dotato di una legge specifica (Legge 9 gennaio 2006 n. 7) recante “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”.

“In Italia – si legge nel testo – si stima in un intervallo tra 60.000 e 81.000 il numero di donne attualmente presenti che sono state sottoposte durante l’infanzia a una forma di mutilazione genitale. Il gruppo maggiormente colpito è quello nigeriano che, insieme a quello egiziano, costituisce oltre la metà del collettivo stimato. La presenza di un così elevato numero di ultra-quindicenni mutilate – di cui una cospicua parte nell’ambito di flussi di tipo umanitario – segnala la necessità di implementare sia azioni di assistenza che di prevenzione. Queste cifre non comprendono infatti le bambine a rischio di essere sottoposte a mutilazioni genitali”.

Le Linee guida si rivolgono principalmente ad operatori e operatrici dei centri di Primo soccorso e accoglienza, dei Centri di accoglienza e dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo, fornendo informazioni pratiche ed essenziali su come prevenire, riconoscere e intervenire di fronte a presunte vittime, anche al fine di promuoverne la protezione sussidiaria per ragioni legate alla violenza subita. Tutte queste pratiche, infatti, possono costituire, se riguardanti donne richiedenti asilo, una forma di persecuzione e dare luogo quindi alla protezione internazionale.

Viene dedicato, infine, un apposito capitolo ai principali riferimenti sul territorio nazionale, oltre ovviamente al numero telefonico nazionale di pubblica utilità 1522.

In Lombardia le strutture cui fare riferimento sono:

  • Ospedale San Paolo, via di Rudinì 8, Milano – Blocco D, Piano 2, Stanza 15 bis Orari: martedì 9/ 12.30, giovedì 13.30/17, venerdì 9/ 12.30. Contatti: tel. 02 89181040.
  • Ospedale San Carlo Borromeo, via Pio II 3, Milano – Piano 3, Settore B. Contatti: tel. 02 40222486.
  • Crinali Cooperativa Sociale Onlus, Corso di Porta Nuova 32 – 20121 Milano, tel. 02 62690932. Cooperativa Sociale KANTA RA, Via Angera 3, Milano, tel. 02 67075398 kantara@tiscalinet.it.