Petteni: detassiamo le ore di formazione per favorire lo sviluppo

 

Milano, 1.10.2014

La guerra delle competenze, in un mercato del lavoro messo a dura prova dalla crisi, si vince puntando sulla formazione. Peccato che tre aziende su quattro non ne facciano. Degli strumenti e delle politiche da mettere in campo per rilanciare il binomio lavoro-formazione si è discusso questa mattina al convegno di apertura del Forum internazionale del lavoro promosso da Cisl Reti, in collaborazione con Cisl Lombardia, nell’ambito di Expotraining, la fiera della formazione in corso a Milano. “Ad oggi la formazione continua sta solo sulle spalle dei fondi interprofessionali gestiti dalle parti sociali e usati dal ministero come bancomat per finanziare la cassa in deroga”, ha sottolineato Gigi Petteni, segretario generale della Cisl Lombardia, aprendo il convegno . “Occorre una svolta e una nuova centralità della formazione – ha aggiunto – per questo vogliamo lanciare alcune idee innovative, come la proposta di decontribuire e detassare a favore dell’impresa, e dei lavoratori, le ore fatte di formazione. Per far ripartire lo sviluppo e l’occupazione occorrono cose concrete, non slides”. La Cisl lombarda propone, inoltre, di lanciare una grande campagna sulla formazione, come le storiche 150 ore, rivolta a temi strategici. “Occorre una visione strategica e deve diventare centrale la riqualificazione delle persone per favorire la ricollocazione nel mercato lavoro – ha detto Petteni -. In Lombardia non siamo all’anno zero, siamo avanti, e a Roma farebbero bene a non inventare tutto sempre da capo”. Al convegno è intervenuto anche il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, che richiamando il recente avviso comune sulla riforma del sistema socio-sanitario ha ribadito l’importanza del confronto con i sindacati. “Ho voluto che anche nella riforma per noi più importante, quella della sanità, il sindacato fosse il nostro primo interlocutore, perché rappresenta non solo i lavoratori del comparto ma anche i cittadini – ha detto -. L’avviso comune che abbiamo siglato ci consentirà di scrivere questa riforma mettendo come punto di rifermento fondamentale i cittadini e i lavoratori e in questo il sindacato ci ha dato una grossa mano”. Quanto ai temi della formazione e del lavoro, Maroni ha sottolineato l’esigenza che ad ogni Regione siano lasciate le proprie responsabilità. “Il governo deve prendere le best-practice – ha detto – ed estenderle agli altri territori”. A chiusura degli interventi, il segretario generale aggiunto della Cisl, Annamaria Furlan, ha sottolineato l’esigenza che il governo si preoccupi di come creare lavoro e far ripartire il Paese, attraverso interventi e misure concrete. “Non servono le discussioni dei salotti, dentro e fuori le sedi dei partiti – ha detto Furlan -. In questo Paese non si investe perché non è appetibile: bisogna capire perché e intervenire. Bisogna ridurre il costo della corruzione, la tassazione sul lavoro, i tempi della giustizia civile e del lavoro”. “Il tema del lavoro – ha aggiunto – invece che essere trattato come una risorsa straordinaria, viene utilizzato come strumento ideologico di separatezza e questo non è più accettabile, se si vuole far ripartire il Paese”.