Poste, agosto rovente per i cittadini di Como e provincia

Milano, 2.8.2016
 
La fase d’avvio della riorganizzazione del settore recapito postale a Como si è conclusa e non pochi sono i disservizi che stanno emergendo. Una disorganizzazione non certo addebitabile ai lavoratori o ai loro diretti superiori ma causata principalmente dalle decisioni aziendali assunte a livello regionale e nazionale. E’ quanto afferma la Cisl Poste dei Laghi, sottolineando che il nuovo modello organizzativo non può essere standardizzato su tutto il territorio nazionale in egual modo. “Non è state considerata la diversa morfologia che caratterizza la provincia di Como e neppure il carico e la tipologia di corrispondenza che caratterizza il nostro territorio – afferma Stanislao Pisani, coordinatore territoriale di Como Slp Cisl dei Laghi -. Ai responsabili locali non sono ancora stati forniti nuovi mezzi, strutture e tutte quelle condizioni necessarie previste nel progetto e che avrebbero potuto agevolare e facilitare la consegna della posta”. “Soprattutto – aggiunge – non sono stati rinnovati i contratti ai postini precari, che hanno affiancato diligentemente i colleghi veterani nell’ultimo anno, in un momento in cui tra la nuova riforma del servizio di recapito e il periodo di ferie estive, sarebbero stati ancora una volta utili a far si che venisse fornito un servizio puntuale e di qualità alla cittadinanza”. Tale disorganizzazione sta causando giacenze di posta nei centri di recapito, che solo grazie alla buona volontà dei lavoratori che vanno oltre le loro mansioni e compiti, rendono la situazione meno drammatica di quel che diversamente sarebbe stata. “L’azienda come li ricompensa? Sta facendo slittare le giornate di ferie programmate da diversi mesi – afferma Pisani -. Addirittura, in alcuni casi, le sta mettendo in discussione, in palese violazione del contratto”. La situazione degli uffici in provincia non è certo migliore. A Como e provincia servirebbero almeno una cinquantina di persone in più, soprattutto impiegati. “Gli uffici più grandi sono costretti a rimanere sotto organico per “prestare” personale a quelli più piccoli (anch’essi in forte criticità), causando rallentamenti e disagi per i cittadini – conclude Pisani -. Il personale, a tutti i livelli, è costretto ad operare in condizioni precarie, esposto alle proteste dell’utenza e, purtroppo, anche a insulti da parte dei clienti arrabbiati; nonostante cerchi in tutti i modi di agevolare le situazioni, andando ben oltre le loro competenza, mettendoci “la faccia” al posto dei dirigenti che sono la causa principale di questa situazione, se non altro perché non fanno nulla per porvi rimedio”.