Poste, audizione dei sindacati in Regione sulla chiusura degli uffici

Milano, 12.2.2015
 
Si è tenuta questa mattina in Regione l’audizione dei sindacati a Commissioni congiunte (Bilancio e Attività produttive) sul piano di riorganizzazione che prevede la chiusura di 61 uffici in Lombardia e la funzionalità a giorni alterni per altri 120 sportelli. “Una scelta sbagliata dal punto di vista sociale, economico ed occupazionale – ha detto nel suo intervento il segretario generale di Cisl Poste Lombardia, Giuseppe Marinaccio – perché punta solo ad una non necessaria diminuzione dei costi attraverso la riduzione dei servizi e del presidio del territorio quando lo stesso obiettivo si potrebbe ottenere agendo su altre diseconomie”. Marinaccio ha quindi chiesto a Regione Lombardia di intraprendere tutte le azioni possibili “per far recedere l’azienda dalle decisioni già prese, al fine di garantire i servizi universali nei piccoli comuni e per le fasce di popolazione disagiate e meno protette, mantenendo il presidio del territorio e garantendo anche gli attuali livelli occupazionali di  Poste Italiane nella nostra regione”. Nel corso del suo intervento Marinaccio ha ricordato le grandi difficoltà, più volte denunciate dalle Poste Cisl, create ai lavoratori dalla persistente carenza di personale e la dalla mancanza di turnover a fronte dei pensionamenti ed esodi incentivati.  La mancata sostituzione dei circa 600 lavoratori che hanno lasciato l’azienda, per pensionamenti ed esodi incentivati negli ultimi 2 anni a cui se ne aggiungeranno altrettanti nei prossimi due anni, ha di fatto limitato la presenza del personale effettivamente necessario per garantire un servizio di qualità alla clientela e la possibilità di sfruttare le potenzialità nell’offerta dei servizi sul territorio.
In Lombardia, in questi anni, è aumentato notevolmente il numero degli uffici gestiti da un solo operatore ed è stata ridotta la presenza di personale negli altri. “Da tempo in diversi piccoli uffici della Lombardia, per mancanza di personale, la stessa persona apre un ufficio per poche ore e poi nella stessa giornata si reca in un altro per aprirlo per altrettante poche ore – ha ricordato il segretario generale di Poste Cisl Lombardia -. In tal modo l’azienda fa fittiziamente figurare che entrambi gli uffici sono rimasti aperti al pubblico per l’intera giornata. In qualche caso, questa operazione è stata fatta anche per far figurare aperti 3 uffici, però sempre con la stessa persona”.
La Cisl Lombardia è al fianco della categoria dei postali  contro la chiusura dei 61 uffici. “Una scelta che penalizza proprio le realtà più piccole, dove l’ufficio postale è un riferimento importante per le famiglie e i tanti anziani soli – afferma Osvaldo Domaneschi, segretario generale Cisl Lombardia -. Poste Italiane è sempre stata un’azienda che ha saputo coniugare gli utili di bilancio con l’attenzione al sociale. Auspichiamo quindi che torni al più presto sui suoi passi. In caso contrario siamo pronti a sostenere con forza le azioni di mobilitazione della categoria”.