Previdenza complementare, Cisl: un tavolo in Regione per il rilancio

Milano, 17.3.2017
 
Avviare un tavolo regionale di confronto per rilanciare la previdenza complementare, individuando modalità e forme di sostegno all’adesione e alla contribuzione a partire dai giovani e dalle donne. E’ la proposta lanciata dalla Cisl e dalla Fp Lombardia a sostegno dello sviluppo del secondo pilastro nel corso di un incontro cui ha partecipato anche l’assessore regionale all’Economia, Massimo Garavaglia. “Vogliamo aprire una strada lombarda alla previdenza complementare, per assicurare continuità contributiva, a partire dai giovani con lavori precari e discontinui e le lavoratrici con interruzioni di versamenti perché in congedo parentale o impegnate in attività di cura”, ha spiegato Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia con delega alla Previdenza. “Bisogna anche sviluppare attività di formazione e informazione, per favorire una cultura della previdenza – ha aggiunto – e incentivare le adesioni anche nei settori produttivi e imprenditoriali di piccole dimensione”. In Lombardia il tasso medio di adesione ai fondi pensione integrativi è del 30%. Ancora troppo basso, secondo la Cisl Lombardia, per assicurare condizioni di vita dignitose al termine della carriera lavorativa. Nel settore pubblico la situazione è ancora più allarmante: l’adesione al Fondo Perseo Sirio “è ferma al 4,25%  e – ha sottolineato il segretario generale della Fp Cisl Lombardia, Franco Berardi – occorre rilanciarla con decisione. Proponiamo quindi alla Regione Lombardia di avviare una forte campagna informativa rivolta a tutti i lavoratori e predisporre sul proprio portale e presso i servizi di patronato un software per poter simulare la differenza di un percorso lavorativo con o senza previdenza complementare”. “Il protrarsi dei blocchi contrattuali – ha aggiunto – oltre che determinare una perdita del potere di acquisto delle retribuzioni dal 2010 ad oggi, causerà in prospettiva un minor livello di copertura previdenziale”. Da qui l’esigenza di rilanciare la previdenza complementare, recuperando i ritardi accumulatisi in questi anni, con una forte iniziativa promozionale, informativa di sostegno allo sviluppo delle adesioni e formativa, di supporto all’attività dei delegati e delle Rsu.
Nel corso dell’incontro l’assessore regionale all’Economia, Massimo Garavaglia, ha accolto la proposta della Cisl di avviare un tavolo di confronto e ha annunciato l’intenzione di avviare un campagna, in particolare rivolta ai giovani, per rilanciare  l’adesione al Fondo Perseo Sirio. Del resto, anche dal dibattito tra addetti ai lavori riunitisi in Cisl Lombardia è emersa con forza una volta di più l’esigenza di un ruolo attivo della politica nel favorire l’adesione ad un percorso che consenta a categorie oggi potenzialmente a rischio, giovani in primis, di gettare le basi per un futuro sereno. “Occorre un coinvolgimento forte delle istituzioni – ha detto Raffaele Bruni, amministratore delegato di BM&C Risk Management – non è possibile che il tema della previdenza complementare sia lasciato solo alle parti sociali. Le Regioni possono e devono avere un ruolo fondamentale, anche perché le opportunità che sono legate alla previdenza complementare dipendono direttamente dalla quantità di risorse accantonate. Maggiori sono queste risorse, più ampie sono le possibilità di manovra e utilizzo”. 
A livello nazionale, appuntamento importante della prossima settimana sarà l’avvio, giovedì 23, del confronto col governo sulla “Fase 2” prevista dall’intesa sulle pensioni del 28 settembre scorso. Tra le priorità della Cisl, ha ricordato ieri il segretario confederale Maurizio Petriccioli, l’introduzione del meccanismo di semi-obbligatorietà e un intervento contro le disparità tra sistema pubblico e privato. “E’ inaccettabile – ha spiegato – che il trattamento fiscale, soprattutto per il rendimento finale, penalizzi i lavoratori pubblici”. Quanto alla semi-obbligatorietà, “senza la quale –  ha sottolineato Petriccioli  – non avremo mai tassi più  alti di adesione”, la Cisl ha proposto di utilizzare il fondo previsto dall’anticipo del Tfr in busta paga anche per la previdenza complementare. “In questo modo – ha spiegato il segretario confederale Cisl – anche le piccole e medie aziende nelle quali è difficile far decollare l’adesione alla previdenza complementare non avranno freni nel promuoverla”. “Senza la semi-obbligatorietà non avremo mai – ha concluso – tassi più alti di adesione”.