Cinema e lavoro nel 2017

Milano, 11.1.2022

Nel 2017 il cinema produce poche opere incentrate sul mondo del lavoro. Vediamo comunque, come di consueto, di partire da ciò che la stagione ha offerto: I film premiati dal pubblico sono stati film di fantasia ed animazione come La bella e la bestia di Bill Condon, Cattivissimo me di Pierre Coffin, Kyle Balda ed Eric Guillon o Logan – The Wolverine, il fumetto Marvel diretto da James Mangold. Anche l’avventura fantastica si ritaglia una bella fetta di pubblico con film come Pirati dei caraibi – La vendetta di Salazar diretto da Joachim Rønning e Espen Sandberg oppure The War – Il pianeta delle scimmie per la regia di Matt Reeves. Dal punto di vista qualitativo vi sono film snobbati dal pubblico come A casa nostra di Belvaux o L’altro volto della speranza di Kaurismäki dei quali tratteremo dopo. Maggior successo in sala avranno La forma dell’acqua – The Shape of Water di Guillermo Del Toro, Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino o Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh. Anche l’animazione ci ha donato un film intelligente come Baby Boss di Tom McGrath mentre si è distinto il film sul giornalismo di Steven Spielberg dal titolo The Post che ha comunque ottenuto una buona attenzione anche dal pubblico. Infine va registrato il successo di critica e di pubblico della pellicola di Christopher Nolan sull’Operazione Dynamo, la evacuazione di Dunkirk dal quale nasce il titolo.

Per affrontare il nostro tema spostiamoci ora negli Usa partendo dal riuscito Il diritto di contare sulle ragazze che lavorano alla Nasa per le quali non è mai stato riconosciuto il loro fondamentale contributo. Se poi aggiungiamo che le nostre protagoniste sono afroamericane il tema del razzismo è ancora più marcato. Alcune scene sono poi di violenza pura come quella dei bagni separati tra bianchi e neri con quelli riservati ai dipendenti di colore lontani un km costringendoli a correre per non essere accusati di assenteismo. Dirige Theodore Melfi.
Altro film da segnalare è Quando un padre basato sulla figura di un cacciatore di teste senza scrupoli spinto da un capo ancor più terribile. Ne discende che il lavoro lo porta a mettere in secondo piano la famiglia, composta da una moglie innamorata e 3 figli. Quando essa viene colpita dal dramma di uno dei figli colpito dalla leucemia le priorità cambiano ed anche il nostro protagonista dovrà confrontarsi sui veri valori della vita. Dirige il film Mark Williams.
Un film sul cambiamento del lavoro è invece The circle per la regia di James Ponsoldt. La vicenda riguarda una ragazza col padre affetto da sclerosi multipla occupata in un call center. L’opportunità di modificare lavoro gli viene data da un’azienda futuribile ed inviata in in un campus dove tutto è collettivo, lavoro ed attività ludiche. Il tutto a scapito della propria privacy compromessa dalle nuove tecnologie.

Passiamo in Canada per segnalare un documentario dal titolo Pouding Chômeurs, diretto da Bruno Chouinard vincitore del festival Working Title Film di Vicenza. Esso parla del complicato rapporto che i lavoratori e i disoccupati hanno con la burocrazia ed il governo canadese che li accusa di pigrizia e di opportunismo.

Arriviamo in Europa ed in particolare in Finlandia per registrare la bella pellicola diretta da Aki Kaurismäki dal titolo L’altro volto della speranza. In questo caso la speranza ha il volto di un piccolo imprenditore che rileva un piccolo ristorante e dà lavoro ad un rifugiato siriano e che, nonostante il razzismo che li circonda, riescono nel loro intento. Un film ironico ma anche un inno alla solidarietà.

Dalla Francia arriva l’opera di Lucas Belvaux ambientata in una cittadina del Nord del Paese dove la figlia di un sindacalista viene candidata sindaco da un partito nazionalista che vorrebbe in questo modo far dimenticare la sua xenofobia. Un film, questo A casa nostra, sulla contraddizione della società e sui personaggi che la popolano compreso il rapporto tra una figlia cresciuta con valori progressisti ed un padre militante comunista che non vuole curarsi. Un film molto duro sul populismo che fa leva sulle difficoltà economiche della gente portandola all’odio razzista.
Razzismo che è al centro di un film sulla scrittura creativa durante un workshop estivo in cui un gruppo di giovani selezionati affronta le tematiche sociali in una piccola città operaia dove la trasformazione di un cantiere navale provoca disoccupazione. Sarà uno dei partecipanti a mettere in luce le sue idee razziste. Il film si intitola L’Atelier ed è diretto da Laurent Cantet
Altra opera notevole è Il giovane Karl Marx di Raoul Peck che parla dell’incontro tra Karl Marx e Friedrich Engels nell’ambito di una Germania dove i lavoratori scendono in piazza per protestare contro le durissime condizioni nelle fabbriche. Superate le iniziali resistenze essi diventeranno i leader del movimento.
Infine da sottolineare il documentario di JR ed Agnès Varda dal titolo Visages, Villages che racconta la Francia contemporanea con uno sguardo sulla realtà rurale. Una galleria di volti e di storie che ci introducono nei problemi del mondo contadino ed operaio alle prese con la loro trasformazione.

Ed arriviamo nel nostro paese dove i film sul mondo del lavoro hanno poco successo e spesso sono ignorati dal grande pubblico. E’ il caso di Sole Cuore Amore di Daniele Vicari su una donna sposata con un marito disoccupato e 4 figli che deve tirare a campare lavorando in un bar distante due ore di viaggio per 800€ mensili in nero. Trova una amica vicina di casa che vive sola con aspettative artistiche. E’ il racconto di questa solidarietà tra gli ultimi la forza del film che denuncia anche lo sfruttamento delle persone e la bellezza dell’arte che fa rinunciare anche alle opportunità per inseguire il sogno di una vita dignitosa.

Poco successo di pubblico anche per The Startup – Accendi il tuo futuro, la commedia di Alessandro D’Alatri che racconta il mondo lavorativo giovanile attraverso la vicenda reale di uno studente che inventa un algoritmo capace di calcolare i meriti e le attitudini dei candidati ad un incarico professionale. Un film che mette in evidenza le differenze dei nativi digitali nei confronti del lavoro delle generazioni precedenti.
Buon successo ha invece il film di Francesco Bruni su di un giovane disoccupato costretto a lavorare come accompagnatore ad un poeta affetto da Alzheimer. Un lavoro che le cambierà la vita. Un film ben sceneggiato che affronta il senso dell’esistenza ed il valore della poesia. Titolo del film è Tutto quello che vuoi.
Poco successo anche per la commedia matriarcale La parrucchiera di Stefano Incerti ambientata a Napoli dove una donna decide di aprire un salone da parrucchiera scontrandosi con la sua ex padrona che le ha insegnato il mestiere. Un film sul lavoro femminile, sulla dignità delle donne e sulla capacità di reagire alle difficoltà della vita.
Riesce a bucare invece Smetto quando voglio – Masterclass altro episodio della serie diretta da Sydney Sibilia sulla banda dei ricercatori composta da ragazzi plurilaureati che vengono mandati ad indagare sullo spaccio di sostanze illegali. Come il primo episodio anche qui risalta il tema del riciclaggio dei laureati senza futuro.
Ultima segnalazione dei lungometraggi riguarda My name is Adil di Adil Azzab, Andrea Pellizzer e Magda Resene. Si tratta di n film biografico che racconta la vera storia di Adil che, dopo essere stato sfruttato dallo zio come guardiano di pecore, parte dal Marocco per raggiungere il padre emigrato in Italia per poter sostenere la famiglia tramite il suo lavoro. E’ un film sullo sfruttamento del lavoro minorile ma anche sulla emigrazione in cerca di lavoro.
Tra i documentari invece non possiamo dimenticare il racconto de Il patto della montagna di Manuel Cecconello e Maurizio Pellegrini sul primo contratto (durante la resistenza) che introduce la parità salariale tra uomo e donna e The Harvest di Andrea Paco Mariani che denuncia il caporalato nell’Agro Pontino: un lavoro sottopagato dei componenti la comunità sikh che si avvale anche della non conoscenza della lingua e dei loro diritti.